Illustri sconosciuti: Taira no Masakado (2.4)

Abbiamo recentemente parlato del Nuovo Ordine Mondiale, quindi mi pare solo coerente tornare a cose serie: il Vecchio Disordine Locale. Oggi continueremo la nostra serie su Taira Masakado, uno dei ribelli più fighi della Storia!

Nella puntata precedente avevamo lasciato Masakado vittorioso di un’epica battaglia combattuta nella grigia alba invernale.

Dopo aver sconfitto il suo principale avversario, lo zio/suocero Yoshikane, Masakado è felice come francese che ha appena inventato un paio di calzoni auto-rimuoventi. La stesso non si può dire di Sadamori, cugino e rivale. Il nostro è un funzionario più che non un guerriero. Non ha nessun gusto per la violenza fine a se stessa, non voleva immischiarsi nella faida familiare per cominciare! Ha cercato di restarne diplomaticamente fuori, finché Yoshikane non l’ha trascinato nel merdaio tirandolo per un orecchio.

Ora, a giochi fatti, Sadamori è infognato. I suoi potenti amici della Capitale non possono aiutarlo, non ha più alleati sul posto, non ha una banda di guerra, non ha reputazione, non ha nulla. Sadamori è cibo per corvi e lo sa.

Una sola cosa lo protegge: l’inverno. La stagione non si presta a caccia e guerra. Sotto la spessa neve dell’inverno orientale, il nostro aspetta in trepidazione, mentre suo cugino Masakado arrota la mannaia.

Due mesi dopo il disastro di Iwai, appena le strade diventano praticabili, Sadamori fa fagotto e parte per la Capitale a rotta di collo. E’ il secondo mese dell’ottavo anno di Jōhei (938).

Solo che… chi ha due pollici e i migliori scout della zona?

Masakado.

Masakado viene avvisato della fuga del cugino in poche ore. In meno ore ancora, raccatta una banda di caccia da decine di cavalieri e parte in tromba a caccia di parenti.

Meno di una settimana di corsa e BINGO! Nord di Shinano, riva del fiume Chikuma, nei pressi del tempio provinciale. Sadamori e i suoi compagni (una dozzina) sono avvistati.

Pausa un istante. Guardate la cartina. In blu sono le provincie aventi ricevuto ordine di collaborare con Masakado per la cattura di Sadamori. In rosso Shimōsa, la provincia di Masakado. In Giallo, Shinano. Masakado si è fatto circa 200Km in una settimana, attraverso pantani, sorgive primaverili, rovesci e, soprattutto, confini provinciali. Il tutto accompagnato da un congruo numero di cavalieri armati fino ai denti e infoiati come facoceri. Nel caso ve lo stesse chiedendo, sì, ciò è illegale perfino per gli standard del 938. Anche perché, come si vede dalla carta, Masakado non ha nessuna autorizzazione di passare. In altre parole, l’atto di Masakado potrebbe essere interpretato come Rivolta Contro lo Stato (muhon), il peggiore dei crimini.

Fino ad ora Masakado ha sempre giocato nei limiti della legalità (legalità molto elastica, c’è da ammettere). E’ la prima volta che sputa apertamente in faccia all’ordine stabilito.

Perché lo fa?

In primis, perché può. Ha vinto contro Mamoru, Kunika, Yoshimasa, Yoshikane. E’ il guerriero più temuto della regione, nessun sergente provinciale sano di mente si sognerebbe di dire o fare qualcosa.

In secundis, perché deve. Sadamori ha tanti amici alla Capitale e la Corte è volubile. Arrivato sano e salvo tra i nobili, Sadamori potrebbe benissimo chiacchierare nelle orecchie giuste e rovesciare la situazione. E’ un rischio che Masakado non è disposto a correre.

Dal canto suo, Sadamori ha una dozzina di compagni e le valige. Non può sperare di scappare dalla banda di Masakado. L’unico vantaggio che ha, a questo punto, è la scelta del terreno.

Spoiler…

-Ok gente.- Sadamori fa sistemare i suoi sul terreno nei pressi del tempio. -Loro sono dieci volte più di noi, ma battaglie sono state vinte in momenti peggiori, no?

-Sì, da tuo cugino Masakado.

-Ovvia, gli è capitato anche di perdere! E poi ricordiamoci: noi siamo più riposati, loro sono più stanchi, e noi siamo più convinti, perché-

La battaglia finisce in un battibaleno. Uno degli omini personali di Masakado si sbuccica un ginocchio, la banda di Sadamori viene sparpagliata tipo stormo di anatre, Sadamori riesce a stento a battersela smollando compagni, bagagli, trousse da doccia, tutto. Il brillante funzionario delle Scuderie di Palazzo si ritrova solo nella gelida primavera orientale, costretto a campare di radici e ragni, a viaggiare tra valli e pantani. Secondo lo Shōmonki, Sadamori è conciato tanto male in questo frangente che considera seriamente l’opzione suicidio. Probabilmente lascia perdere perché il pugnale era nella trousse da doccia, e ammazzarsi a sassate in fronte non è dignitoso.

Quanto a Masakado, per qualche giorno setaccia boschi e cespugli, senza riuscire ad acciuffare suo cugino. Dopo l’ennesimo incontro con una moffetta incazzata, il nostro deve rassegnarsi e lasciar perdere.

Si conclude così la seconda fase del conflitto: i disordini di Jōhei.

Perché “disordini” e non “ribellione”?

Perché, tecnicamente, nessuno si è ancora ribellato. Tolto il colore e le curiosità etnografiche, tutto il casino accaduto dal 935 al 938 è riconducibile a uno scazzo familiare che si è incarognito. Tutti i partecipanti hanno infranto la legge, ma nessuno di loro se l’è presa direttamente con il Governo. Al contrario, da loro punto di vista tutti gli uomini coinvolti in questa festa dello smembramento hanno fatto molta attenzione a non far saltare il grillo alla Corte. Le carovane di tasse non sono state disturbate, gli edifici pubblici non sono stati rasi al suolo. Masakado e i suoi nemici hanno preso molta cura di restare nella buona grazia della Corte.

Questo ha ragioni pratiche e culturali.

Come dicevamo negli articoli precedenti, la Corte è la fonte legittima di potere. Ogni società umana sopravvive grazie al fatto che i suoi membri condividono un a visione di mondo e una percezione di realtà. Noi siamo condizionati a rispettare una divisa, loro erano condizionati a rispettare, entro certi limiti, l’Autorità Centrale. E’ una pulsione radicata nel più profondo del nostro cervello, dacché la scimmia che sonnecchia in noi, sotto tutti gli strati di personalità, cultura e abitudini, sa: senza il branco sei ciccia per le iene.

Fintanto che la fonte di potere costituita continuerà ad essere legittima agli occhi della fetta più grande della popolazione, la ribellione sarà sempre qualcosa che l’individuo considererà con estrema cautela.

E qui si passa alla questione pratica. Fintanto che una certa percentuale del gruppo accetta la legittimità costituita, ribellarsi significa trovarsi solo contro tutti. Il gruppo deve tutelare se stesso, ergo deve eliminare chi minaccia la visione comune su cui tutto il resto è basato.

E’ per questo che, di solito, la rivolta è un’impresa in cui la gente si imbarca quando non vede nessun’altra alternativa. Oppure, quando la fonte di legittimità ha perso di credibilità. Quando l’incantesimo si spezza.

E’ chiaro che Masakado è ancora lontano da entrambi questi casi.

Ma le cose stanno per cambiare,.

Alto aristocratico in abito da tutti i giorni (kariginu)

Mentre Masakado e i suoi sono per calanchi e grottoni a dar la caccia a Sadamori, altro casino si preparava nella provincia di Musashi.

All’origine del chiasso abbiamo il governatore provvisorio, il Principe Okiyo, che una volta tanto ha portato il culo dalla Capitale in provincia per fare il suo cazzo di lavoro. Insieme a lui troviamo il vicegovernatore Minamoto no Tsunemoto. Se a qualcuno costui suona familiare è perché ne ho già parlato. Ma niente spoilers!

Torniamo a noi! Costoro sono due funzionari della Capitale e, come da tradizione, si trovano ai ferri corti con un magistrato di distretto, tale Musashi no Takeshiba.

L’oggetto del contendere? Banale: TASSE.

Takeshiba è un piccolo funzionario su cui ricadono i doveri più pragmatici: organizzare i lavori stagionali, raccattare le leve necessarie per le corvées di stato, assicurarsi che tutti paghino le tasse, ecc. Secondo lo Shōmonki, Takeshiba è un uomo di specchiata reputazione, capace e apprezzato dai compaesani.

Un bravo magistrato è un tesoro raro e prezioso. Allora perché Okiyo e Tsunemoto decidono di piantargli grane?

E’ probabile che il distretto fosse in ritardo con in tributi, non per cattiva volontà ma per un accordo non scritto coi funzionari precedenti (ricordiamo che il Paese – e l’Est in particolare – sta attraversando un periodo di gravi carestie).

Problema: Okiyo è un governatore provvisorio. Non deve essere amico dei funzionari locali, non gliene sbatte niente di farsi amare, tanto di lì a poco sarà di ritorno alla Capitale. E’ peraltro possibile che lui e Tsunemoto non fossero al corrente dell’accordo (o che non gliene fregasse nulla).

Inoltre, i nostri si trovavano in una posizione delicata: per certi versi sono funzionari provvisori e la loro autorità è considerata quasi illegittima. D’altro canto il funzionario vero e proprio arriverà a breve, e il protocollo obbliga Okiyo e Tsunemoto ad organizzare banchetti e riti per l’occasione. C’è quindi bisogno di fondi!

In ogni caso i nostri decidono di insegnare a questi fastidiosi distrettuali chi è il capo: raccattano le truppe di provincia e attaccano la residenza si Takeshiba. Il disgraziato non può affrontare da solo l’esercito provinciale ed è costretto ad abbandonare la base al saccheggio.

La faccenda non piace né alla plebaglia né ai piccoli funzionari di provincia. L’atmosfera è tesa, il malcontento serpeggia.

Quando Masakado torna a casa in Shimōsa, la brutta storia è sulla bocca di tutti.

-Credi che scoppierà un altro casino?- Lancia uno dei suoi fratelli. -Non vorrei che la Corte schiodasse e mandasse un Esercito di Pacificazione.

-Con tutte le grane che ci piovono in testa e la carestia alle porte, ci manca solo un bello scazzo in periodo di semina.- Masakado tamburella le dita sull’elmo. Sospira. Se lo rimette in testa. -Pranzo al sacco gente, partiamo per Musashi.

-Ma che c’entriamo noi? Non abbiamo nessun cugino da uccidere, in Musashi.

-La vita non è fatta solo di cose belle e cugini da uccidere, sai.

-Non abbiamo nemmeno interessi, in Musashi!

-Appunto. Sono il nuovo pezzo grosso della regione e non sono coinvolto nel bisticcio. Sono potente e sono super partes. Sono l’unico che può mettere pace tra questi scimuniti.

-Ma è prudente?

-Qualcuno in questo fottuto Paese dovrà cominciare a ragionare da persona adulta, prima o poi!.- Masakado si allaccia l’elmo sotto il mento. -E poi non preoccuparti, non andiamo a uccidere nessuno. Arriviamo, mettiamo tutti d’accordo, ripartiamo. Pulito e preciso, nessuno si farà male. Cosa può andare storto?

Masakado riprende la strada e va a ricercarsi Takeshiba su per i monti. Il magistrato è il più basso in grado, ma è un notabile locale, la cui famiglia vive nella regione da tempo immemore. E’ popolare e benvoluto, come lo è Masakado. La plebaglia sarà rassicurata dal vedere il Rambo di Shimōsa andare a confortare il povero distrettuale, senza mischiarsi subito coi fottuti nobiloni della Capitale LadronaTM.

I fottuti nobiloni, da parte loro, vengono a sapere dell’arrivo di Masakado e non accolgono la notizia con molta gioia.

Tsunemoto, malfidato come un chihuahua, se la svigna subito per asserragliarsi in un posto un pochino più difendibile della capitale provinciale.

Okiyo, dopo qualche tentennamento, resta agli uffici. E’ un Principe Imperiale, fottuto Inferno, non si farà certo spaventare da un guerriero senza rango!

Masakado arriva alla Capitale provinciale con Takeshiba al seguito. Okiyo sbircia dallo spioncino.

-Vi avverto, uccidere un governatore è reato di tradimento!

-Oilà, vossignoria!- Masakado gli fa un sorriso a trentadue denti. -Che onore incontrarvi!

-Non sono tuo cugino, non puoi uccidermi!

-No no, sembrerà strano, ma non vogliamo far male a nessuno.

Ma certo!

-Suvvia, suvvia.- Masakado posa una mano sulla spalla di Takeshiba. -Ho un’idea rivoluzionaria per risolvere questa brutta storia.

Okiyo apre di uno spiraglio la porta del governo provinciale. -E sarebbe?

-Potremmo sederci intorno a un tavolo e discuterne da persone adulte.

Sguardi sorpresi tra gli astanti.

-Oibò, non ci avevamo pensato.

Alle spalle di Okiyo, uno scriba alza l’indice. -Non ci sono precedenti! Sarebbe altamente eterodo- Viene silenziato a sediate e trascinato via.

Okiyo lascia entrare i nuovi arrivati negli uffici,. Takeshiba è seguito da un pugno di compagni.

-Dov’è la tua retroguardia?

Takeshiba si stringe nelle spalle. -Dispersi da qualche parte.

-Non sai dove sono?

-Lo saprei se qualcuno non me li avesse dispersi attaccando a cazzo la-

Masakado fa scricchiolare le nocche, Okiyo e Takeshiba abbozzano, si siedono, parlano.

E il miracolo accade. Entrambi presentano il loro punto di vista, le loro necessità, gli obblighi, le difficoltà logistiche. Entrambi capiscono la posizione dell’interlocutore. Con la mediazione di Masakado, la trattativa si sviluppa, equilibrata e costruttiva, finché a fine giornata non viene raggiunto un accordo.

Gli scribi si precipitano ad aggiornare gli annali, la plebaglia ancora non si capacità che nessuno stia bruciando baracche o stuprando pecore, i guerrieri esitano, incerti se sentirsi sollevati o delusi. Tutto pare finito per il meglio, ma senza spargimenti di sangue a gratis la cosa sembra sbagliata.

Per loro fortuna la Legge di Murphy interviene.

Mentre i nostri stanno festeggiando con una solenne bevuta, un galoppino arriva da Takeshiba.

-Capo, abbiamo ritrovato la retroguardia!

-Ottimo!- Okiyo sbatte la mano sul tavolo. -Non è che potete ritrovare anche quell’altro bischero di Tsunemoto? Il figlio di puttana è sparito su per i monti e si sta perdendo questo momento storico!

-Errr…- Il galoppino sposta il peso da un piede all’altro. -Abbiamo trovato anche lui, in effetti… O meglio, la nostra retroguardia lo ha trovato…

Masakado silenzia gli astanti con un gesto. –Cosa è andato storto stavolta?

-La retroguardia… eh. Erano tagliati fuori, non sapevano cosa fare… E c’è il proverbio, no? “Nel dubbio ammazza qualcuno…”

-Oh no.

-Sono andati a uccidere Tsunemoto.

Takeshiba tentenna la testa. -Beh, era la cosa più logica da fare.

-Ci sono riusciti?

-No, Tsunemoto è in fuga verso la Capitale.- Il galoppino esita. -Pare abbia detto qualcosa del genere “Takeshiba ha messo il Principe e l’altro Ammazzasette contro di me!” e ” Lo dirò al Ministro degli Affari Supremi, brutti stronzi!”

Scende il silenzio. Masakado facepalma. Takashiba alza le mani.

-Che volete farci? Sono ragazzi!

Okiyo si schiarisce la gola. -Era troppo pretendere di concluderla ammodo, ‘sta cosa. Vediamo di non buttar via il bimbo con l’acqua sporca, dai…

-Fanculo.- Masakado si alza, acchiappa il fiasco. -Io me ne torno a casa. E voi andatevene tutti a fanculo.

Sembra un a triste conclusione per quella che sarebbe stata un’eccezionale prova di buonsenso da parte di non uno, ma ben TRE capoccia. Tuttavia non tutto finisce in mona.

Per più di un anno la situazione si calma. Okiyo continua a governare Musashi, Takeshiba se ne torna nel suo distretto, Masakado può dedicarsi ai suoi campi e ai suoi cavalli.

La pace sembra tornata nell’Est.

Purtroppo due faccende restano in sospeso. Una si chiama Sadamori, l’altra Tsunemoto.

Entrambi riescono ad arrivare alla Capitale (il primo sui gomiti, il secondo a cavallo). Entrambi cominciano a scrivere pagine su pagine di accuse e a mettono in moto la complessa macchina burocratica.

La quiete nell’Est è fragile ed effimera: quello che era cominciato come uno scazzo tra parenti sta per diventare una ribellione di proporzioni bibliche (fuoco e fiamme che piovono dal cielo, fiumi e oceani che ribollono, quarant’anni di buio, terremoti, vulcani, morti che escono dalle tombe, sacrifici umani, CANI E GATTI CHE VIVONO INSIEME… insomma, ci siamo capiti).

MUSICA!

Prima puntata

Seconda puntata

Terza puntata

Quarta puntata

Interludio

Sesta puntata

Settima puntata


Bibliografia

YANASE Kiyoshi, YASHIRO Kazuo, MATSUBAYASHI Yasuaki, SHIDA Itaru, INUI Yoshihira,Shōmonki, Mutsu waki, Hōgen monogatari, Heiji monogatari, Shōgakukan, Tōkyō, 2002, p.7-130

FUJIWARA Tadahira, Teishin kōki (Notes journalières de l’ère Teishin), Iwanami shōten, Tōkyō, 1956

KAWAJIRI Akio, Shōmonki wo yomu (Lire le Shōmonki), Tōkyō, Yoshikawa Kōbunkan, 2009

KAWAJIRI Akio, Taira Masakado no ran (La révolte de Taira Masakado), Tōkyō, Yoshikawa Kōbunkan, 2007

KAWAJIRI Akio, Yuregoku kizoku shakai (Une société aristocratique tremblante), Shōgakukan, Tōkyō, 2008; L’ère des zuryō

KITAYAMA Shigeo, Ōchi seiji shiron (Essai historique sur la politique de la Cour), Iwanami shōten, Tōkyō, 1970

In lingua occidentale

HERAIL Francine, La Cour et l’administration du Japon à l’époque de Heian, Genève, DROZ, 2006

HERAIL Francine, La Cour du Japon à l’époque de Heian, Hacette, Paris, 1995

HERAIL Francine, Gouverneurs de provinces et guerriers dans Les Histoire qui sont maintenant du passé, Institut des Hautes Etudes Japonaises, Paris, 2004

HERAIL, Francine, Aide-mémoire pour servir à l’étude de l’Histoire du Japon des origines à 1854, lieu de publication inconnu, date de publication inconnue

HALL John Whitney , Government and Local Power in Japan, 500 to 1700, Center for Japanese Studies Univesity of Michigan, 1999,

RABINOVITCH Judith N., Shōmonki, The story of Masakado’s Rebellion, Tōkyō, Monumenta Nipponica, Sophia University, 1986

PIGGOT Joan R., YOSHIDA Sanae, Teishin kōki, what did a Heian Regent do?, East Asia Program, Cornell University, Itacha, New York, 2008

FRIDAY Karl, Hired swords, Stanford University press, Stanford, 1992

FRIDAY Karl, The first samurai, John Wiley & Sons, Hoboken, 2008

FRIDAY Karl, Samurai, warfare and the state, Routledge, New York, 2004

FARRIS William Wayne, Heavenly warriors, Harvard University Press, Cambridge

BRYANT Anthony et MCBRIDE Angus, Early samurai, AD200-1500, n.35, Osprey publishing, Oxford, 1991

PIGEOT Jacqueline, Femmes galantes et femmes artistes dans le Japon ancien, Gallimard, 2003, Paris

Nuovo Ordine Mondiale, il film che il tuo psichiatra non vuole farti vedere!

Esiste una maledizione.

Dice: possa tu vivere in tempi interessanti. (cit.)

E ci stiamo vivendo, in tempi interessanti. Trogloditi con i codici nucleari, Mussolini in parrucca, secessionismo aleatorio, regressione economica, Lilin che fa il politologo… è chiaro ormai che la Democrazia occidentale ha deciso di farla finita in un’ultima gargantuesca seduta di asfissia erotica.

In tutto questo caos, è così difficile avere un’opinione informata e critica. E’ così difficile trovare qualcuno che si raccapezzi, che riesca a tener conto di tutti i fattori in gioco…

E nel buio della confusione, una luce: i Fratelli Ferrara!

Se non puoi smettere di farti i film, DIVENTA IL FILM

Dalla rutilante Napoli, i nostri Mihcael Bay in erba ci offrono una chiave per interpretare questi tempi sì interessanti: la chiave complottista!

Nuovo Ordine Mondiale è un film di denuncia, un’opera indipendente che rivendica un budget di 5 MILIONI DI EURO e che ha preso ben CINQUE ANNI di lavoro indefesso. Altro che quelle cagate di Soylent green, Citizen Kane o A clockwork orange!

Ma di quali complotti parliamo?

Ebbene signori, potete disdire i vostri abbonamenti a Le Monde Diplomatique, dar fuoco alla vostra laurea, arrotolare i vostri Journal of applied meteorology and climatology e ficcarveli nel culo (cercando di non godere troppo)!

Tutto è falso, tutto è un complotto!

E i “Ferrara Brothers” (sic!) hanno ragione! Il complotto esiste, ma non nelle modalità che credono loro. Nonostante questi grandi artisti si siano svegliati, la Verità (il Noumeno oggettivo!) ancora li elude. Ma non temete: tutto sarà rivelato a fine articolo!

Andiamo con ordine. Chi sono i Ferrara Braders?

Stando a un’intervista rilasciata a Vice, i nostri amici Fabio e Marco avrebbero cominciato come ufologi, per poi avvicinarsi alle teorie di complotto. Un percorso accademico di tutto riguardo, direi.

Resisi conto della terribile situazione in cui versa l’Umanità, manovrata a tavolino da malvagi oligarchi rettiliani, i nostri avrebbero investito i fondi privati della loro non meglio definita azienda in una “crociata” informativa, in un film che “scriverá un nuovo capitolo della storia” (sic!).

In altre parole, i due ufologi hanno squarciato il Velo di Maya per rivelare le natiche fruncolose dei cattivi Illuminati!

La faccenda è seria, tanto è vero che all’uscita del film i nostri hanno dovuto (dovuto!) munirsi di una scorta! Futile precauzione: il rischio è reale, ma la scorta è futile. Le menti dietro l’Ordine Mondiale non saranno fermate da dei gorilla con gli occhiali da sole (ma di questo parleremo dopo).

I nostri hanno anche un’accademia di recitazione, la Ciack (sic!) Academy! Uno dei due, Fabio, ci ha anche studiato. Ovvero, se non ho capito male, hanno fondato un’accademia, ci hanno studiato e ci si sono diplomati. Altro che autarchia!

Online non sono riuscita a trovare NULLA né sull’accademia né sull’azienda che ha fornito i 5 milioni. Ma quale azienda poi? La Ciack? Macina così tanti milioni? COME? QUANTI CAZZO DI WANNABE TROPPO IN GRANA CI SONO, IN ITALIA?

L’unica cosa che sono riuscita a scovare è un trailer per una serie poliziesca del 2009 in cui i nostri sparano a macchine vuote, e un trailer promozionale dell’accademia in cui si incoraggiano wannabe ad iscriversi mentre la camera riprende una scena di funerale. Simbolico?

In ogni caso, a credere alle pagine Faceboook, il film avrebbe ricevuto perfino riconoscimenti ufficiali. In una foto vediamo i due fratelli brandire un riconoscimento della Città di Napoli, la “star of merit”. Non sono riuscita a trovare nulla su questa presunta onorificenza, e la Stella al Merito (che esiste ed ha un nome italiano!) viene di solito conferita a lavoratori anziani, non proprio a giovani artisti rampanti. Magia di photoshop? Licenza narrativa? Per citare una battuta del film, “non lo sapremo mai”.

So many misteri, so poche answers…

Un altro premio menzionato di sfuggita sarebbe un “premio Industria Cinematografica”. Di nuovo, non riesco a confermarne l’esistenza, ma è di certo un problema mio!

Insomma, abbiamo un film sul complottismo, premi misteriosi e un budget altrettanto inspiegato. Come dire, i Ferrara sono i The producers della situazione, solo che a loro il trucchetto sembra riuscito!

Ad ogni modo, ci stiamo perdendo in chiacchiere, veniamo alla trama!

Let the Jew flow through you!

Siate grati per questo film: non è stato facile realizzarlo! Come spiegano i nostri creativi a Vice, il mondo italiano semplicemente non era pronto al genio.

[…] in Italia non esiste una cultura cinematografica, tecnica e organizzativa. Si lavora in modo molto approssimativo, e quindi noi, volendo fare un film che potesse rispettare gli standard internazionali di un certo cinema americano—perché comunque loro hanno il dominio tecnico—abbiamo avuto molti problemi.

Senti Coso, l’Italia è la patria di Brancaleone, immortale gloria cinematografica! Porta rispetto, per Giove e Putifarre!

Ci siamo ispirati a gente come Michael Bay, il regista di Armageddon. Anche se ultimamente anche lui è diventato un po’ commerciale.

PERCHE’ ARMAGEDDON NON E’ COMMERCIALE!

Ma veniamo a noi!

Il film comincia con un pupazzo vestito da pupazzo che ci spoilera tutto il complotto, perché la suspense è roba da n00bz. Peraltro, se ripeti “Nuovo Ordine Mondiale” 3 volte davanti a uno specchio appare George Soros che ti spruzza di scie chimiche!

Passiamo poi in una sala riunioni. Un tizio fa qualche patetico tentativo di parlare inglese, mentre un Ebreo Malvagio lo scruta arcigno (ha anche una Stella di Davide addosso, nel caso non avessimo inteso). Il finto yankee introduce uno sbarbino di nome Dottor Moloch (“Mister von Destruction” era già preso?). Questo convincentissimo cattivo ci spiega che la crisi economica, il cancro, il Cambiamento Climatico, Barbara d’Urso, la tassa sugli assorbenti e tutto ciò che di male esiste al mondo, è tutto  pianificato a tavolino. Perché? Per spaventare la gente e renderla quindi più controllabile.

E come ciliegina, abbiamo anche una stretta di mano massonica!

Insomma, gli ebrei rettiliani creano un’ondata di crimine che sommerge l’Italia, tanto da giustificare l’intervento dell’esercito per le strade.

Ci viene FINALMENTE presentato il nostro protagonista, il Commissario Torre, recitato dal produttore Mario Ferrara per la gioia di grandi e piccini!

Il commissario Torre ha un vasto reperterio di 3 espressioni. Faccia numero 1.

Torre è un ometto sulla sessantina, il fisico di mio zio Epifanio, il carisma di una patata bollita e le doti interpretative di Tommy Wiseau.

Torre è anche UN EROE: al muro sono appesi articoli di giornali con lui che arresta mafiosi, salva bambine in pericolo, sventa invasioni aliene e apre barattoli col tappo troppo stretto. E’ così tosto che lettere di encomio nazionale si materializzano spontaneamente sul pavimento della sua cucina e lui le deve accumulare nei cassetti. Sì, perché il nostro è UN EROE UMILE, non gli importa di essere celebrato.

Salvo quando appende al muro di casa articoli che lo celebrano, ovvio…

Torre comanda un commissariato pieno delle reclute più bellocce che la Patria può offrire, tra cui una focosa bruna sulla trentina che proprio non sa resistere al suo fascino virile. In una scena la bruna procace gli salta letteralmente addosso. Che ci volete fare, quando uno è troppo sexy, è troppo sexy.

Questi due hanno così poco feeling e intesa che la mattina dopo la scopata:

  • si rendono conto che stanno per avere un bambino
  • decidono di essere genitori insieme
  • lui fa “ora che ti ho ingravidata, ti metti a passar carte come voglio io, vero?”
  • lei risponde “ma anche no”
  • lui la manda affanculo e si separano in pessimi termini.

Dalla passione, alla procreazione, al divorzio, IN MENO DI CINQUE MINUTI. E’ proprio vero che la gente oggi va sempre di fretta…

Non abbiamo però tempo da perdere, perché dei kattyvy guidati da un tizio con del pongo sulla faccia attaccano un supermercato e prendono Bruna Incinta come ostaggio. Uno sbirro viene gravemente ferito e lasciato a sanguinare fuori, ma nessuno chiama un’ambulanza o lo soccorre, perché è solo una comparsa.

Hai qualcosa sulla guancia… no, quell’altra…

Perché questi figuri al soldo dei rettiliani attaccano un supermercato?

Non verrà mai spiegato. Suppongo avessero finito l’estratto di vaniglia per i russian teacakes.

Ad ogni modo Torre è un eroe col cazzo durissimo e decide di entrare nel supermercato, che magari la sua Faccia Feroce da Grumpy Cat barbuto basta a sottomettere i tre criminali armati. Purtroppo per lui, Pongo in Faccia è il boss del penultimo livello, quindi non può ancora essere sconfitto. In modo del tutto imprevedibile, il geniale piano “entro e gli dico di abbozzarla” non funziona. Shocking!

Questa scena ci offre perle di alto cinema, tipo la cassiera con le tette di fuori o massime di saggezza del tipo:

“Sai cosa placa la voglia di uccidere? Uccidere.”

I tizi sparano a Bruna Incinta (ma non a Torre, perché sennò finisce il film) e scappano su un furgone. Come in ogni film di serie Z che si rispetti, gli altri comprimari aspettano pazientemente che Pongo in Faccia abbia guardato torto il commissario, sia rimontato in macchina e abbia messo in moto. Poi sparano, ma non subito. Perché di nuovo, sennò finiva il film.

Faccia numero 2 (“Oh nooooooes…”)

Il furgone viene comunque rintracciato alla svelta e si scopra che, dopo aver fatto un salto al super per l’estratto di vaniglia, Pongo In Faccia ha massacrato tutti i ricercatori di un non meglio specificato laboratorio (lo chiamano “biotech company spa”, perché “laboratorio segreto internéscional” era già preso).

Il capo ricercatore di questo posto ha scoperto una pozione magica per stimolare la GHIANDOLA PINEALE (sì amici miei, c’è anche quella!) e far quindi diventare la gente super-longeva e super-intelligente. Pongo in Faccia l’ha spacciato per conto degli Ebrei Rettiliani.

Una ricercatrice però si è salvata, perché è giovane e figa e quel giorno lì era dall’estetista. I nostri si precipitano a salvarla fermando bus a caso e la trovano, ostaggio di due agenti segreti.

Pausa un secondo:

  • il laboratorio supersegreto non è protetto da niente;
  • è passata una giornata, ma Ricercatrice Figa scopre che il suo boss e tutti gli altri sono stati massacrati sbirciandolo su un giornale sul bus;
  • sul bus c’è anche un investigatore privato ingaggiato dal capo scienziato per scoprire chi complotta contro di lui, il tizio a quanto pare sa tutto e sa che la ragazza è in pericolo, ma non fa nulla per salvarla e pare essere lì solo per lo spettacolo;
  • gli agenti segreti portano gli occhiali neri in piena notte, perché sennò il complottaro medio non capisce che sono agenti segreti;
  • la tizia si è iniettata il siero magico, dovrebbe essere quindi sotto costante osservazione in un istituto apposito ma no, è a giro su un bus con un portatile pieno di materiale sensibilissimo. Perché è così che lavorano gli scienziati.

A prima vista questa scena sembra una scemenza scritta da una classe di bambini di 6 anni durante l’ora di buco, ma certamente il problema è mio. Vado a prendere a testate uno spigolo, magari mi si aprirà il Terzo Occhio della Conoscenza Cinematografica.

Insomma, la tizia viene salvata solo per essere rapita di nuovo. Nella sparatoria che ne segue abbiamo altri fiori all’occhiello, come tizi che camminano lentamente allo scoperto sparando dritti davanti a loro (tipo papere al luna park), Pongo in Faccia che uccide la gente e si lecca le labbra soddisfatto, gente che urla frasi a effetto prima di sparare. Perché i Ferrara Braderz hanno assoldato un consulente tattico (!) ma non hanno visto Il buono, il brutto e il cattivo: quando si spara, si spara, non si parla!

Non tutto è perduto però! Dopo altre scene da morte cerebrale, Torre e il suo fidanzatino riescono a rintracciare (non si sa bene come) il detective fancazzista di cui sopra e scoprire l’intera storia!

Il fluoro ci rende docili!

La crisi è creata a tavolino!

Lo HAARP spara uragani!

Lo yogurt rende froci!

Insomma, tutto è calcolato per ridurre la popolazione.

Popolazione che sta aumentando e ha ampiamente superato la capacità di carico del Pianeta. Quindi o gli Illuminati sono una manica di rincoglioniti che si cagano in mano prima di giocare allo schiaffo del soldato, o ‘sta roba del “vogliono ridurre la popolazione” è una stronzata cosmica con propulsione a curvatura.

Faccia numero 3, chiara citazione cinematografica, omaggio alla morte del personaggio di Gastone Moschin in Uova fatali

 

La tragica dipartita del Professor Pérsikov

Per raggiungere (oppure no) il loro diabolico scopo, i rettiliani pianificano di impiantare tutti con (indovina indovinello, quale idiozia sarà nel cestello?) il bio-chip.

Il piano è quello di smollare bidoni di roba verde nell’acqua potabile, fare ammalare tutti e convincerli a infilarsi ‘sta roba in corpo. I nostri prodi partono quindi all’attacco per impedire questo blasfemo piano.

Well, questo suscita alcune domande:

  • Se i rettiliani sono così potenti e così dappertutto, perché non possono impiantarci già coi chip a nostra insaputa? Potrebbero farlo dalla nascita, chippando via via i bambini che nascono, o approfittare di un qualsiasi intervento medico.
  • Perché i rettiliani vorrebbero ridurre la popolazione? Non potrebbero lanciare un business di schiavi umani verso Yuggoth, o qualcosa del genere?
  • Se questo complotto è mondiale, come sembra, si suppone che lo scarico di roba verde avverrà in diversi punti del mondo o d’Italia: come fanno i nostri a trovare (perché ovviamente li trovano) i bidoni?
  • Che scopo ha andare in tre a cercare i bidoni, se l’operazione è nazionale? Diciamo che arrivi, uccidi tutti e recuperi i bidoni: a 100 chilometri da lì altri cattivi con altri bidoni staranno avvelenando altra gente! Non ha senso e non ha utilità!

Ma sono domande stupide, perché finalmente capiamo qual è lo scopo reale di questo film: Mario Ferrara vuole una ripresa molto figa del suo cosplay di Metal Gear Solid. Non scherzo: la fine del film è Torre vestito da Solid Snake che ricrea il gameplay in un tripudio di stupidaggini da macho, trucchetti da film d’azione Disney (tiro il sassolino per attirare la sentinella!), poracciate che farebbero facepalmare Licia Troisi, inquadrature traballanti per nascondere la ripetitività disarmante delle coreografie e musica a palla.

KAPOW!

Peraltro, il tutto non si svolge in un grande depuratore, né in un impianto importante, no: i soldati cattivi (alcuni con le maschere antigas altri no) stanno scaricando la zuppa di piselli in un rigagnolo tipo fiumicello ameno. Perché vogliamo avvelenare la popolazione, ma prima bisogna sterminare quelle dannate nutrie!

Pongo in Faccia è di nuovo sul posto, perché questa gigantesca organizzazione segreta ha u budget limitato e il povero cristo deve occuparsi di tutto: uccidere ricercatori, fare la spesa, avvelenare i fiumi, interrogare prigionieri, pulire la sabbietta del gatto, riempire la dichiarazione dei redditi…

Segue una scena d’azione così poco convincente che a tratti i segmenti sembrano messi in repeat. Uno rischierebbe di addormentarsi (colpa del fluoro!), non fosse per i momenti salienti, tipo il poliziotto professionista che spara di traverso come un gangster mentecatto in un film americano, o Pongo in Faccia che si erge sopra il nostro eroe, brandisce un coltellaccio sopra la testa e urla “TU UCCIDERO’ TORRE, AAAAAAAAAAAAH”. Arte!

Oscar subito!

Nel duello finale abbiamo Solid Torre, un commissario tappetto e tombolotto sulla sessantina, contro Pongo in Faccia, un agente speciale della più potente organizzazione terrestre che ha la metà dei suoi anni e il doppio dei centimetri in altezza.

Un po’ come organizzare un incontro tra un chihuahua neuroleso e un megalodonte affamato.

Ma Solid Torre è il produttore e il padre degli sceneggiatori, quindi pesta Pongo in Faccia e lo uccide trafiggendolo con un coltello, chiaro simbolo fallico.

La vera e propria fine della storia non ve la racconto perché bisogna vederla per crederci. Immaginate di ritrovare una storia che avete scritto a 6 anni, in cui siete il protagonista nei panni di Batman, e invece di dargli fuoco decideste di farci un film e scritturare il padre di Stannis La Rochelle vestito da Rambo.

Una rappresentazione scientifica della fine del mondo

I Ferraras sono molto contenti della loro immane fatica. Nell’intervista a Vice spiegano:

Allora: non sono state riportate nel film cose che non siano successe realmente.

MA CERTO.

Anche l’ultimo attentato in Francia è finto quanto una sceneggiatura di serie B [dissero gli esperti in sceneggiatura di serie Z, NdTenger]. Il terrorista che si dimentica la carta d’identità in macchina: neanche uno sceneggiatore di basso livello penserebbe ad una cosa del genere.

MA OVVIO!

Giusto per la cronaca, se io voglio arrivare nel posto X senza farmi notare ed eseguire quindi un attacco suicida, ECCOME CHE MI PORTO DIETRO IL DOCUMENTO! Perché? Perché se mi fermano per un controllo a caso lungo la via e io non ho un documento identificativo, posso essere portata in centrale per ulteriori accertamenti, posso attirare l’attenzione, posso destare sospetti.

Se invece faccio vedere il documento, non c’è problema. E non c’è bisogno di leggersi lo SOE Manual del ’43, basta accendere il cervello. Ma hey, forse chi ha la ghiandola pineale sbloccata ha più difficoltà a organizzare le informazioni…

Matrix non l’ha mai capito realmente nessuno, perché è stato fatto in modo molto fantascientifico.

Se trovi Matrix troppo complesso e intellettuale, non preoccuparti, Nuovo Ordine Mondiale fa al caso tuo!

Ma tornando a noi, tutti i buchi della teoria dei Ferrara potrebbero portare qualcuno a credere che in realtà si tratti solo di panzane. Alcuni potrebbero perfino chiedersi se il film non sia un qualche dubbio maneggio per ripulire 5 milioni di euro (ma sbagliate, sono certa che i 5 milioni sono andati a pagare le 3 scene di Iacchetti e la preziosa consulenza del “military advisor” Benito Noviello).

Sbagliate tutti. La verità è che i Ferraras hanno ragione: c’è un complotto planetario.

Purtroppo si sono lasciati fregare dalla false flag della teoria del New World Order, anch’essa creata ad arte dai veri shōgun dell’ombra!

E oggi, per chi è riuscito ad arrivare fino in fondo, io rivelerò la verità.

Tutto è controllato dagli ebrei, che sono in realtà dei rettiliani travestiti (sotto il nasone nascondiamo un’antenna per comunicare con la navicella). Tuttavia, non sono i rettiliani a comandare! I rettiliani sono solo impiegati, mercenari incaricati di controllare l’Esperimento Terra per conto di terzi.

Questi terzi sono i veri signori della galassia.

Sono tra noi, costantemente, attenti osservatori che sorvegliano le cavie umane. Sono nelle nostre case, sono nelle nostre strade, sono sui nostri computer, passando continuamente sotto i nostri occhi e i nostri cervelli instupiditi dal fluoro. Controllano le nostre vite, intervengono sfacciatamente nelle elezioni dei grandi paesi, controllano l’inernet globale.

Chi sono?

I gattini.

Non mi credete? Pensate sia un caso che al fianco di ogni più grande figura storica e politica salti sempre fuori un gattino? Pensate che sia un caso che gli egiziani li venerassero come dei? Non mi credete? Ecco qualche esempio!

Mark Twain

Lenin

Churchill

Don Vito Corleone

John “Rat Faced Bastard” Oliver

I gattini sono membri di un impero intergalattico capitanato dal grande Kittoh deh Destroyah.

Quando l’Esperimento Terra sarà concluso, il pianeta sarà polverizzato e con esso la totalità della razza umana (o meglio “oomana”). Solo chi riconosce la superiorità incontestata della specie felina sarà risparmiato, e gli sarà concesso di vivere sulle navicelle come schiavo dei suoi padroni pelosini.

 
Guardate in faccia il vero Armageddon

Questa è la verità, e non ho timore di rivelarvela, perché tanto non c’è niente che potete fare. I gattini sono invincibili. I gattini sono incorruttibili. I gattini sono inevitabili.

Hail Kittoh, Holy Emperor of Kittehs!

MUSICA!

[EDIT: se non si fosse capito, questo film è ASSOLUTAMENTE CONSIGLIATO! C’è un sacco di trash bellissimo che non ho potuto nominare per ragioni di spazio! Il mio nuovo sogno erotico è una joint venture tra i Ferrara e Pietro Aliprandi! Voglio Torre a cavallo di un gattino alato che vola a salvare Re Precisamente dagli ebrei cattivi!]


L’intervista a Vice

Un articolo su International Business Time

Un articolo dello Hollywood reporter

La pagina Facebook del produttore