Serio e faceto: The revenant & Deadpool

Pasqua è trascorsa e io ho sempre meno fede negli esseri umani. Ergo questa settimana, invece di parlare di sanguinosi scontri che i protagonisti potevano probabilmente evitare con un minimo di pianificazione e buonsenso, mi butterò su un argomento più leggero: il cinema!

The revenant

 

Hugh Glass è una guida per un gruppo di cacciatori di pelli. Quando dei nativi li attaccano, è Glass che deve portare i suoi in salvo attraverso le montagne, lontani dal fiume Missouri e verso lo Yellowstone.

Purtroppo per tutti, Glass è aggredito da un orso e malamente masticato, tanto da non essere più in grado di camminare. Non potendo portarsi dietro un ferito in barella, il capo della spedizione decide a malincuore di lasciarlo indietro, insieme a un paio di compagni. La loro missione è accudire Glass fino a che non sarà defunto (nessuno crede troppo in una guarigione) per poi seppellirlo. Si offrono tale Fitzgerald, il giovane Bridger e il figlio di Glass, Hawke.

Restare fermi in un posto solo, però, è pericoloso, e Fitzgerald non ha nessuna intenzione di rischiare la pelle per un moribondo. Dopo aver assassinato il figlio di Glass, il tipo convince Bridger che un gruppo di indiani si sta dirigendo verso di loro, e i due abbandonano il ferito nella sua stessa fossa, senza armi e senza aiuto.

Solo con le proprie ossa rotte, in mezzo alla foresta innevata, Glass deve trovare il modo di sopravvivere, tornare dai suoi e vendicarsi.

Il film si ispira a una storia vera. Hugh Glass è esistito davvero, era davvero un cacciatore nella lontana terra di frontiera e prese parte alla spedizione di Ashley lungo il fiume Missouri. Nel 1823 lui e gli altri degli Ashley’s hundreds furono davvero attaccati da degli indiani Arikara e poso dopo Glass fu davvero aggredito da un orso e masticato così male da lasciar le costole esposte.

La storia non è verificabile al di là di ogni dubbio, ma pare che in effetti Glass sia stato lasciato con un tale Fitzgerald e un ragazzo (probabilmente Bridger), incaricati di accudirlo. Davvero questo Fitzgerald avrebbe convinto il ragazzo ad abbandonare il ferito e avrebbe lasciato Glass ai corvi dopo avergli fregato il fucile.

Dopo 6 settimane nella foresta, Glass riuscì a trascinarsi fino a un avamposto. Rimessosi in piedi, il nostro partì alla ricerca dei suoi ex-compagni per esporre loro i suoi sentimenti riguardo all’intera vicenda. O per staccar loro la testa, una delle due.

Nella realtà, Glass dovette rinunciare alla vendetta. Bridger era un ragazzino ai tempi e il nostro decise di perdonarlo. Quanto a Fitzgerald, quando lo trovò questo si era arruolato nell’esercito statunitense, e uccidere un soldato era una faccenda poco igienica.

Il film non segue la storia vera alla lettera, aggiungendo sottotrame come quella del figlio di Glass o la ricerca del capo indiano. Rispetto ad altri film del tipo “ispirato a una storia vera” resta comunque molto vicino alla fonte.

“Ricapitoliamo: lo mangia un orso, precipita da un perrupo, atterra su un formicaio, mentre cerca di trascinarsi via una freccia lo centra senza ucciderlo, e alla freccia ci trova legata una bolletta del gas…”

La trama è molto semplice, come semplice è la vicenda a cui si ispira. Iñárritu non risparmia nulla al suo protagonista, che appare minuscolo in una Natura sterminata e indifferente. Il paesaggio ha un ruolo centrale, con lunghe riprese e momenti di apparente immobilità. Più il film procede, più si ha l’impressione che le vere protagoniste siano le montagne, un regno di neve e lento ritmo stagionale in cui gli uomini si agitano e si scannano per ragioni più o meno gratuite.

Passaggi onirici si alternano con momenti molto realistici, aumentando il senso di solitudine e smarrimento.

La lentezza del ritmo è spezzata da scene di lotta cruente e rapide. In particolare l’ultima rissa riesce a essere sanguinosa e cruda come poche, senza mai apparire esagerata o “hollywoodiana”.

Ma di cosa parla davvero il film?

The revenant non spiattella il proprio messaggio e alla fine lascia la conclusione aperta a interpretazione.
Il tema portante pare venato da un forte nichilismo. Che tu sia un brav’uomo o un criminale, che tu persegua la vendetta o che tu rinunci, niente cambia. Sei solo, in un mondo selvaggio in cui la tua vita può finire da un momento all’altro per le ragioni più disparate. Un attacco indiano, orsi, un uomo in cerca di vendetta, il divertimento sadico di qualcuno… giusto o infame, ogni individuo deve lottare per tirare la prossima boccata d’aria.

Non c’è vera redenzione, se non la realizzazione che ogni fisima è futile e che la sola cosa reale è l’istinto di sopravvivenza davanti alle avversità.

Fin qui tutto bello, ma devo dire che ci sono delle parti di The revenant che mi hanno lasciato perplessa.

Ad esempio, Quando Di Caprio cade in acqua in un uggioso tardo pomeriggio: nonostante le ossa rotte, la neve e la sfiga, il nostro trova il modo di accendere un fuoco e asciugarsi senza andare in ipotermia o svenire dalla fatica. Non è impossibile quindi non lo definirei un buco di trama, ma resta molto poco probabile in un film che, per la maggior parte, è realistico.

Il subplot della ragazza indiana è un altro dente dolente per me. Il capo indiano è alla ricerca di sua figlia, rapita da dei bianchi. Nel far ciò, collabora con dei francesi, anche loro a cacia nella stessa zona. A loro, il capo porta pelli in cambio di cavalli e armi.
Codesti mangiarane sanno le motivazioni del capo E sono quelli che hanno rapito la ragazza!

Viene da chiedersi come la banda di nativi non si sia accorta, in uno dei suoi scambi coi francesi, che questi tengono dei prigionieri. Sono tutti a zonzo nel bosco, non è come se i froggies potessero nascondere la pulzella in cantina.
Ma diciamo che i frogs riescono a imbucare la ragazza in un cespuglio durante gli incontri col capo e gli altri guerrieri.
Perché dovrebbero correre il rischio di uno scazzo violento con una numerosa banda indiana? Si tratta di una squaw, non possono procurarsene un’altra che non sia la figlia di un capo fumino?

Anche perché non è che i francesi pianifichino di farci chissà cosa con questo ostaggio di riguardo, al contrario, la tizia è pura carne da stupro. Mi pare un comportamento da dodo, perfino per dei francesi.

The revenant non è un film perfetto in ogni aspetto, ma resta un’opera di ottimo livello. Peraltro, regia e recitazione, così come caratterizzazione e dialoghi, sono eccellenti. La lunga lista di premi e accolades ricevute è più che meritata.

Riassumendo…

Certi dettagli poco verosimili
Il subplot dell’indiana è poco credibile (ancorché non impossibile)
La storia
La recitazione
La regia
La scena dell’attacco dell’orso
I passaggi onirici
Il messaggio suggerito senza essere cacciato a pugni nella gola dello spettatore

 

Sia chiaro, non è un film che secondo me può piacere a tutti. E’ un film lento e freddo e spartano, a tratti surreale. E’ un po’ come Valhalla rising, senza storia cretina, senza dialoghi da lobotomia e senza colori saturati. Un bel prodotto, ma non proprio a gusto di chiunque. Ci sta che ritmo, tono e finale aperto vi risultino sgradevoli o frustranti.

Ciononostante, val la pena dargli una chance.

Dopotutto, è un film con il grande Gatsby, Mad Max e il generale Hux. Che volete di più?

Deadpool

Altro film, altro genere.

Cominciamo col dire che i film di supereroi non sono per nulla la mia tazza di tè. Non guardavo i cartoni da ragazzina, non ho mai letto i fumetti, quindi per me i supereroi americani sono grosso modo dei tizi strapompati in costumini da sfilata di Carnevale a Mykonos.

Di quelli che ho visto, la maggior parte mi son risultati troppo campati per aria per esser presi sul serio, divertenti al meglio, con qualche rara eccezione.

Quando sono andata a vedere Deadpool non mi aspettavo niente di più di una boiata tutta cazzotti e battute cretine.

Ci sono cazzotti e battute cretine. E il film è divertentissimo!

Finalmente un supereroe psicopatico, violento, trollesco e che non riflette cupamente dal bordo di un cornicione nella città notturna. Sa anche disegnare!

La trama è elementare a livelli parodistici, ma non pretende di essere un film complesso o serio. E’ un film cialtrone e spassoso che si presenta come film cialtrone e spassoso. Ma andiamo con ordine.

Wade è un mercenario con “soft spots” e “hard spots”. La sua vita fatta di violenza e prevaricazione prende una nuova piega quando incontra Vanessa, una prostituta con un carattere esplosivo. Entrambi sono matti come cavalli e si intendono subito, iniziando un’appassionata liaison.

Tutto molto bello, finché Wade non ha un mancamento. All’ospedale, gli diagnosticano un cancro terminale. Incapace di affrontare la decadenza e l’agonia davanti alla donna che ama, Wade se la svigna e finisce nelle grinfie di una losca organizzazione, che gli promette di curare il suo cancro, regalargli superpoteri e rifargli la carrozzeria della macchina.

Essendo disperato e anche un po’ coglione, Wade zompa sull’occasione e inizia un trattamento a base di tortura, tortura, e un po’ di tortura. L’esperimento dovrebbe sottoporre il suo corpo a uno stress tale da provocare una mutazione.

Solo che questi buoni samaritani non hanno intenzione di fare di Wade un nuovo supereroe: il loro losco scopo è di farne uno schiavo ultra-potenziato da vendere al miglior offerente.

Dopo essere riuscito a evadere, Wade, ora sfigurato, assume l’identità di Deadpool e si lancia nella caccia al proprio aguzzino in un tripudio di schioppettate, mani mozzate e gente spiaccicata.

Non ho letto i fumetti di Deadpool né visto i cartoni, quindi baso il mio giudizio esclusivamente su questo film, e il personaggio è geniale. Per quanto un eroe immortale e de facto invulnerabile possa essere un problema (toglie tensione, sappiamo che è indistruttibile), la personalità di questo assassino seriale compensa in toto la cosa.

La vicenda ruota in buona parte attorno alla storia d’amore tra il protagonista e la sua ganza, e una volta tanto il legame tra i due risulta originale e credibile. Sono entrambi fuori di testa, ma l’intesa è realizzata molto bene senza essere melensa o noiosa.

La recitazione costituisce una fetta molto importante del buono in questo film. Tutti sono molto bravi, ma Reynolds in paricolare è da schiantare. Dopo filmacci come Amityville horror e Wolverine Origins, è un piacere vederlo in roba che vale almeno il prezzo del biglietto. Nella fattispecie, il personaggio di Deadpool è uno spasso, e Reynolds pare divertirsi come un matto nell’interpretarlo.

Tirando le somme…

La tizia ritrovata viva alla fine è improbabile perfino per gli standard di questo film
Qualche gag infelice, quella finale è telefonatissima
Deadpool
La recitazione
La cialtroneria autoironica
L’azione truculenta
Il rapporto tra il protagonista e la sua ganza
I personaggi di contorno

Non c’è molto da aggiungere. Non è un film profondo e non è un film che se la tira. A tratti le gag sono un po’ forzate, ma nell’insieme tutto fila bene, condito con una buona dose di gore e violenza tamarra. Mi piace quando un film non scorreggia più alto del proprio culo, per usare un francesismo. Deadpool non finge di essere più di quanto non sia.

A differenza di The revenant, questo film può piacere a tutti ed è consigliatissimo, a meno che non siate particolarmente sensibili al sangue.

MUSICA!

19 thoughts on “Serio e faceto: The revenant & Deadpool

  1. Deadpool è geniale, io leggevo la serie regolare di deadpool anni fa, quando era agli inizi, diciamo e credo che il film rispetti molto bene la caratterizzazione del personaggio. il film mi ha strappato più di una risata e anche fatta commuovere un po’, anche se il finale era prevedibile. per me è più che promosso, sono assolutamente d’accordo con la tua recensione.
    invece revenants non l’ho visto, ma sinceramente non mi ispira molto, non mi fa venire voglia di vederlo anche se tutti ne parlano bene.

    • Per me The revenant è un po’ come Hail, Cesar! Sono buoni film, ma è possibile che non piacciano per via dello stile e della struttura. Nonostante le qualità innegabili, a qualcuno garberanno un sacco, ad altri faranno schifo. Mi sa che sono di quei film che “polarizzano” l’audience.

      • Ne riconosco le potenzialità infatti, ma è la trama che proprio non mi ha conquistata. e a mio avviso la trama è l’aspetto principale di un film (a parte certi film trash, quelli non hanno bisogno di trama per conquistarmi). magari se lo vedo mi piace un sacco, però non ho quella spinta che mi fa dire “stasera guardo revenant, vediamo come hai fatto a meritarti quell’oscar, leo”

  2. Non ho ancora visto nessuno dei due 😛
    Di Deadpool ti posso dire che è effettivamente un cazzone che fa continuamente battute, e mi pare che sia anche consapevole di essere un personaggio fittizio – del tipo che nei videogiochi, magari ti mena con la barra della vita o cose del genere, ma prendila con beneficio di inventario…
    Ah, poi ho visto Dracula untold: non ti è piaciuto perché è praticamente un film di supereroi, mi sa che la casa di produzione voleva fare gli Avengers coi mostri… comunque, un giorno lo riguarderò per fargli le pulci.

    • Non mi è piaciuto perché non c’era nessun nesso logico tra una battuta e quell’altra, tra una scena e quell’altra, e perché la sola idea che dei pipistrelli possano far paura è degna solo di risate isteriche 😀

      • Non ricordo assenza di logica nei dialoghi (certo, anni di filmacci, tipo Matrix o La terza madre, potrebbero aver abbassato l’asticella della mia decenza) ma non li ho trovati brillanti, quello sì. I pipistrelli possono far paura per vari motivi (lo stereotipo secondo cui ti si attaccherebbero ai capelli – non so tu, l’idea di pantegane volanti tra i capelli non è il mio ideale di sabato sera – il fatto che “potrebbero” portare malattie, una fobia specifica che però non può essere condivisa da troppi personaggi, superstizioni da verificare) e di sicuro, se vedo uno stormo enorme di ‘ste robe che si radunano a formare facce e mani e sollevano persone manco fossero i pipistrelli di quella zoccolona di Morrigan in Darkstalkers, non resto a guardare, anche se i pipistrelli mi piacciono.

        Come film storico… passiamo oltre, mi sa che siamo sotto Vikings.
        Come film di vampiri è assurdo, troppo mangoso, tamarro e pop.
        Come film di supereroi potrebbe funzionare (non è più scemo del Dracula dei fumetti Marvel, che pare un drow sbiadito) ma è troppo serio e lugubre, un’atmosfera come quella non si adatta bene all’azione fracassona (cacchio, Vlad impala gente da solo già prima di diventare vampiro, ma quanto minchia è forte? XD ) e qualche battuta volontariamente comica gli avrebbe giovato.

      • Mah, prendiamo l’inizio, il tizio trova elmi in un fiume. “Oh, ci devono essere scout turchi nei paraggi, vado a cercarli con Alfredo e Gianfranco”.
        Tanto per cominciare in questo film Dracula è tributario del Sultano, quindi non si capisce perché dovrebbero esserci scout armati di tutto punto che si intrufolano in giro (spie avrebbe senso, ma le spie di solito non se ne vanno in giro con la divisa e l’armatura).
        In secondo luogo se ti casca un elmo, lo raccatti. Se l’elmo è abbandonato, vuol dire che è capitato qualcosa di brutto.
        La conclusione più logica a seguito di tale ritrovamento non avrebbe dovuto essere “oibò, scout turchi”, ma “oibò, degli inviati ufficiali del Sultano devono essere stati aggrediti da dei briganti, ora ci troviamo una bella crisi diplomatica per le mani!”
        Infine, qualcosa di losco e sinistro è chiaramente capitato, non c’è nessuna ragione per cui il principe di uno stato debba andare a ficcanasare per rupi e grottoni da solo con due o tre bravi di contorno. Nemmeno una scorta decente, veh.
        E questi sono tipo i primi cinque minuti 😀

        Quanto ai pipistrelli, che ai cittadini d’oggigiorno possano far paura (un po’ come i ratti), ci sta anche (ancorché sia un peccato, i pipistrelli sono animalini deliziosi e del tutto innocui). Che facciano paura a gente del XV° o che FACCIANO MALE all’esercito turco è da schiantare dal ridere XD E’ come se l’orda di Maometto fosse stata aggredita da un esercito di topini di campagna, o uno stormo di assiuoli (che sono pure creature della notte, Vlad, si poteva fare!) 😀
        Poi vabé, c’è tutta la faccenda che Vlad sacrifica un intero paese perché non vuole che Maometto sia antipatico col suo bambino, i giannizzeri che si materializzano in giro così, a caso, Maometto che gioca con le barchette, la moglie di lui che precipita per centinaia di metri e non si spappola (ma ha anche l’agio di parlare), Vlad che ha i poteri per tre giorni e invece di andare subito contro l’esercito nemico resta a casa sua perché “andare fin lì è uno sbattone, se arrivano qua entro dopodomani li meno senza alzarmi dal divano” eccetera.
        Che poi hey, per certi versi è un film spassosissimo. Ho goduto molto nell’infliggerne la visione a un amico turco (che ora mi odia). Ma anche per gli standard dei film di supereroi, Deadpool lo sbriciola a mani basse. O, se vogliamo qualcosa di cupo e grim e dalla logistica improbabile, Dark Night se lo mangia in un boccone ù_ù

      • Comunque La terza madre è un capolavoro assoluto del trash e il primo che ne parla male o in termini meno che entusiastici è una brutta persona!

      • Mi raccomando, non guardare mai cinecomic Marvel 😉 il tuo cervello potrebbe implodere!

        Per la 3a motherf… sono una brutta persona XD
        È possibile che il Dracula di Dario Argento sia peggio della terza madre, ma non l’ho visto.
        E comunque,sempre su Dracula vado a parare, oggi. 😛

      • Oppure potrei guardarli dovutamente bevuta durante una delle nostre ricorrenti serate trash! 😀
        La Terza Madre è da rotolarsi per terra dal ridere, ma Il Fantasma dell’Opera del Dario Ag è anche meglio! (o peggio?)
        C’è l’Asia al suo massimo. Quando bacia l’ammorehsuo lo fa in modo così bizzarro che pare un mostro lovecraftiano travestito da donna che ha letto come baciare su un manuale per monache tradotto dal calmucco in klingon con Google translate. Mai visto niente del genere. E io che credevo che un bacione a stampo sulle labbra fosse un esercizio di semplice esecuzione ù_ù

      • I cinecomic Marvel, per quanto tendenti al becero, hanno comunque un sembiante di coerenza interna e personaggi che non agiscono ad ogni piè sospinto come dei ritardati sbavanti, a differenza di Dracula Untold.
        Se Tenger è sopravvissuta a questo, può benissimo affrontare gli altri uscendone a testa alta (e l’idea di vederseli adeguatamente bevuta non può che migliorare l’esperienza XD).

        Batman vs Superman, on the other hand…..

        Sui nuguli di pipistrelli, banalmente sono scenici. O almeno a Hollywood devono esserne convinti in molti.
        In effetti un personaggio che si muove o compare e scompare nelle tenebre attorniato da uno stormo di svolazzanti bestiacce fa sempre la sua discreta figura, peccato che la cosa scada nel ridicolo quando si inizia ad usare un mucchio di sorci con le ali come arma di distruzione di massa.
        Se qualcuno ha visto nelle scene in cui Dracula massacra da solo le armate turche una sorta di trasposizione live action del primo tamarrissimo trailer in cg di Castlevania: Lords of Shadow 2, va però detto che lì i pipistrelli non erano contemplati nel novero dei poteri più adatti per fare strame di un esercito nemico.
        In parziale difesa delle scene incriminate: è vero che i pipistrelli non sono forse le creature della notte più temibili, sebbene tra le più iconiche, ma senza dubbio sono tra le più versatili e numerose. Volando e vivendo in popolose colonie è sufficientemente verosimile radunarne un gran numero in poco tempo per chiunque abbia la capacità di attirarli, mentre sarebbe ben più problematico richiamare con altrettanta facilità un numero significativo di lupi o orsi d’assalto per ridurre in kebab l’esercito del Sultano, per quanto a tutt’oggi le foreste dei Carpazi ospitino forse la maggior concentrazione a livello europeo di queste amabili bestiole. E poi ve le immaginate lupi o orsi vorticare in aria per prendere a titanici ceffoni i fanti ottomani XD? Bearpocalypse! Wolfnado!!
        Detto questo, sul resto del film invoco l’oblio della Storia e la meritata ira degli dèi.

        Ah, tanto per limitare l’off topic, Deadpool l’ho visto e condivido in pieno la recensione (e come per nicholaswolfwood la scena del t-rex mi ha ucciso). Per quanto invece riguarda The Revenant ne ero attirato ma non riuscivo a scrollarmi di dosso la sgradevole sensazione che nascondesse qualche sòla, mentre adesso mi sento di dargli fiducia. Grazie per la raccomandazione.

  3. Ho visto revenant di recente. Non male, l’unica cosa che mi ha fatto cadere le braccia è la pistola ad avancarica rubata ai francesi: in due, forse tre occasioni il buon Glass spara due colpi a distanza di pochi secondi, neanche fosse un revolver. E no, non aveva tempo per ricaricare, né aveva una seconda pistola. Scusate il necropost.

    • Mi è sfuggita proprio la cosa. Nel caso, è un vero peccato. Non che sputtani il film, ma bon, è comunque uno scivolone che era facile evitare. Mi chiedo se non sia stato un pasticcio di chi ha fatto il montaggio finale.

      • Occhio, SPOILER.
        Le scene incriminate sono quella in cui salva la squaw e ruba cavallo e pistola ai francesi, quella in cui fugge a cavallo dagli indiani per poi finire in un burrone e quella alla fine in cui frega Fitzgerald e gli spara (ma di questa sono meno sicuro). In tutti i tre casi si tratta di scene brevi e concitate, per cui non si può assumere che ricarichi nei cambi di inquadratura. Se qualcuno ha tempo e voglia, può verificare di persona quanto dico. Comunque sono d’accordo con Tenger che per un film così uno scivolone del genere è un peccato…

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