Classici Militari: Le Tre Strategie di Huang Shih

Continua la nostra serie sui grandi Classici Militari o anche “Strategie di Suor Germana: 101 Ricette per Conquistare il Mondo”.

Zhang Liang rigeve il rotolo da Huang Shih, Ogata Gekko, 1892

Oggi parleremo delle Tre strategie di Huang Shih-kung, un testo detestato dalla scuola confuciana per la sua dubbia paternità storica e perché non sfrangia abbastanza le scatole su quanto il buon esempio del sovrano irradi virtute all’ingiù fino alla plebe.

Le Tre strategie è un testo di difficile attribuzione. Divenne famoso quando fu associato al nome di Zhang Liang, un funzionario che aiutò a rovesciare la dinastia Qin (221-206 a.C.) e a portare al potere la dinastia Han (206 a.C.- 220 d.C.).

Secondo la storia, Zhang Liang stava scappando a gambe levate (dopo aver partecipato all’equivalente cinese di un’Operazione Valchiria) quando incontra un vecchio. Da buon vecchio cinese, il tipo non si presenta ma offre uno pseudonimo, Huang Shih (Roccia Gialla), e rifila al nostro rivoluzionario burocrate un pamphlet sulla guerra, il governo e tutto il resto.

Secondo la tradizione, tale pamphlet sarebbe da attribuire a nientemeno che il Taigong in persona! Prima di schiattare, il celebre pensatore avrebbe lasciato una serie di “ultimi consigli” poi arrangiati in un testo.

Per altri, il signor Sasso Giallo avrebbe scritto il libro di sua mano, infarcendolo di non troppo celata influenza taoista.

Secondo i Confuciani si tratterebbe di una porcheria inventata e inutile. Dove sono le virtù? E i riti? A un certo momento si dice perfino che far la messa agli antenati non basta per un buon governo! Ah!

Infine, Sawyer cita il punto di vista dello storico Hsu Pao-lin, secondo il quale si tratterebbe di un testo del periodo Han. Se l’incidente di Zhang Liang è vero, il libro donatogli da messer Ciottolo Biondo non sarebbe stato le Tre strategie, ma i Sei insegnamenti segreti (Taigong liu tao).

Questo breve Classico ebbe un certo successo in Giappone, Impero dominato da feroci gatti guerrieri (chiunque vi dica il contrario mente). Arte di Daniel Navarro.

Le Tre strategie si apre, sorpresa, con la prima strategia, quella definita “superiore”. Come in altri classici, più che un discorso organico sulla gestione dello stato o l’organizzazione dell’esercito, il testo si presenta come una serie di punti e consigli.

Molti di questi non sono nuovi a chi ha letto i precedenti articoli: se un governante vuole restare tale, deve tenere in pugno il popolo. Ciò significa per un verso fare in modo che il proprio volere penetri attraverso gli strati della società, e per un altro, conoscere detta società. Un governante che non ha l’appoggio del popolo non può dirsi stabile (specie in mancanza di grandi mezzi di controllo come può esserlo uno stato pre-telecomunicazioni).

Oltre al popolo, un sovrano necessita gente capace. Possiamo considerare la gente capace come lo stomaco e il cuore di uno stato, mentre il popolo come i suoi arti. Se tutto è proporzionato e in armonia, la macchina è inarrestabile.

Ovvio, puoi e devi manipolare il popolo affinché ti dia l’appoggio necessario. La manipolazione prende moltissime forme, ma si basa sulle solite due leve primordiali: ciò che la gente teme e ciò che la gente vuole. Nella loro forma più semplice: punizioni e ricompense.

Il governo deve essere capace di conoscere fatti e dettagli dei conflitti che oppongono gruppi o singoli. Per coloro che hanno lamentele da fare, lo stato dovrebbe saper mostrare indulgenza. Per contro, dovrebbe anche prender cura di stroncare chi accumula troppa forza o chi si mostra un po’ troppo volitivo, chi ha troppa iniziativa e arroganza.

Il che non vuol dire stroncare ambizione o avidità, al contrario: coloro che sono ambiziosi o hanno desideri particolari possono essere usati.

Infine, mostra sempre magnanimità verso coloro che si sottomettono senza troppo chiasso. Vuoi incoraggiare altri, in futuro, a far lo stesso, giusto?

Sono sporchi e puzzano, ma senza glebani niente esercito, e senza esercito niente divertimento.

Sempre al soggetto di trattar bene la tua gente, è da notare che la plebaglia è un po’ come uno stagno: più la rimesti e più impantani la situazione. Se il tuo paese è principalmente agricolo, fai attenzione alle stagioni. Se sei contadino non puoi posporre il fieno e non puoi rimandare la semina. C’è un momento per lavorare e se salti l’occasione il raccolto è perso prima di poter dire “ocazzo!”.

Ergo cerca di non spiaccicare di tasse i tuoi glebani e non turbare i loro ritmi più dello stretto indispensabile. Quando fai una guerra o quando richiedi corvées, tieni conto del momento.

Bon, non passare con un cingolato sulla plebaglia è l’inizio, ma per assicurarti davvero il controllo su di essa devi anche saper scegliere gli ufficiali e funzionari capaci di gestirla.

Difatti il popolo è la radice e i funzionari sono il tronco di uno stato.

Uno stato debole o instabile non è in grado di portare a buon fine una guerra. Non solo, uno stato instabile facilmente attira le mire ghiotte di qualche vicino esuberante. Una base solida e un’amministrazione funzionante e leale sono indispensabili per un regno sicuro.

Da un punto di vista tattico, la Strategia Superiore pare essere smaccatamente difensiva: l’autore invita a lasciare l’iniziativa al nemico e limitarsi a reagire dopo averlo osservato. Evita di attaccarlo se riposato e fai leva sulle sue debolezze. Ad esempio, se è forte, puoi cercare di indurlo all’arroganza.

Oh, e il controspionaggio è sempre una buona misura! Più cazzate gli fai pervenire, più è alta la probabilità che se ne beva una.

Ma se l’autore non scende in dettagli tecnici come il buon Sun Zi, ci tiene ad affrontare il tema de cosa fare dopo una battaglia. Diciamo che hai vinto. Quando hai ottenuto qualcosa dalla guerra, sia questo qualcosa bottino o terre o buoni sconto, non tenertelo per te! Non sei niente senza un esercito, e il tuo esercito non resterà saldo se non ha niente da vincere. Quello che ottieni deve essere ripartito di conseguenza tra ufficiali e soldati. In certe situazioni puoi costringere degli uomini a morire per te senza nessuna buona ragione (heilà Zar Nicola Due!), ma è molto più pratico se i tuoi soldati hanno una buona ragione per restare (a parte l’evenienza di essere fucilati per diserzione).

Parlando di esercito, come fare ad accalappiarsi dei buoni ufficiali?

Gli uomini degni verranno a te se avrai rispetto di ciò che è appropriato. Se poi li pagherai bene, saranno perfino disposti a combattere per te. Insomma, per il decoro verranno a te, per la grana o il rango moriranno per te.

Ergo se pianifichi di entrare in guerra, per prima cosa dovresti preoccuparti di offrire benefici e allecconire la tua carne da cannone i tuoi prodi combattenti.

E’ importante scegliere i tuoi ufficiali con cura, e una cura ancora più grande va nella scelta del generale. Le Tre Strategie non scende troppo in dettaglio sulle caratteristiche che fanno un buon generale, ma ribatte un collaudato concetto della storia militare: i soldati obbediranno più volentieri a un ufficiale superiore pronto a eseguire lui stesso gli ordini che dà, pronto a patirne in prima persona le conseguenze. Ergo niente cibo prima dei tuoi soldati, niente mantello pesante se loro hanno freddo, eccetera. Il contrario di quello che è stato fatto nella Prima Guerra Mondiale, per intendersi.

Solo se il generale e gli ufficiali superiori seguono questa condotta l’esercito sarà unito, e va da sé che se un esercito è unito, le probabilità di sopravvivenza degli uomini che ne fanno parte sono notevolmente accresciute.

In particolare, un generale deve essere calmo e posato, deve saper giudicare dispute, accettare critiche, distinguere tra i diversi consigli, conoscere i costumi del paese e degli uomini che comanda, oltre che avere buone capacità tattiche e geografiche.

Se il tapino ha la brutta tendenza di angariare gente che non se lo merita, l’intero morale potrebbe essere compromesso.

Differenze in equipaggiamento e addestramento dovrebbero pure esser prese in conto

Come per lo stato, la base di una buona riuscita militare è l’amministrazione dell’esercito. Gli ordini devono essere chiari, non discussi né revocati, e le punizioni o ricompense rapide e comprensibili.

E’ importante che ci sia chiarezza e armonia, dal generale al fantaccino, dacché il primo detiene il potere strategico, ma è la massa dei secondi che vince o perde una battaglia. Di conseguenza, non puoi permetterti di avere un generale impiastro né una truppa ribelle.

E’ importante che il generale tratti gli uomini come lui stesso vorrebbe essere trattato, e che li conduca di persona. E’ importante che non sia indeciso, che i suoi ufficiali non siano arroganti e che i piani, per quanto complessi, non destino dubbi.

Quindi diciamo che hai attirato buoni ufficiali e motivato i tuoi con promesse di bottino e terre e un buon salario. Diciamo che il tuo generale è un figo e che la tua situazione politica è solida. Sei in misura di menare una campagna militare. Cosa fare ora?

Conoscere il nemico, ovviamente. Che domande. Non avete letto gli altri articoli?

La cosa più importante è determinare lo stato logistico delle tue vittime del sovrano senza virtù che il Cielo ti impone di castigare: granai, armerie, magazzini, punti di forza e debolezza, situazione geografica e difensiva.

In particolare, fai attenzione ai movimenti. Se l’esercito del nemico sta trasportando granaglie invece di rifornirsi a tappe lungo la via, significa che stanno attraversando un periodo di penuria. Più è lunga la linea di rifornimento logistico, più vuoti sono i suoi granai. Per avere conferma basta fidarsi dell’aspetto dei suoi fantaccini: puoi contare le loro costole? Good!

Questa situazione è chiamata “stato vuoto”: la gente è povera, la plebaglia e la classe dirigente non sono unite e lo stato non è in grado di sostenere un serio attacco da fuori.

Osserva anche il loro sovrano. Se è crudele e autoritario, la gente e i funzionari saranno spaventati, i legami di solidarietà tra loro saranno deboli, ognuno sospetterà il proprio vicino o sarà pronto a buttarlo in pasto agli oppressori per salvarsi la pelle. Questo tipo di situazione viene definito “stato perduto”.

Un altro segno di debolezza è dato dall’amministrazione: se gli uomini che fan carriera sono scelti non per le loro capacità burocratiche, ma per la loro capacità di prevaricare o adulare, o per la crosta di ricchezza e bling di cui si ricoprono, la struttura sociale è tarlata.

Un altro segno di declino: se i funzionari formano partiti e la corruzione è rampante, o se le stesse famiglie si accalappiano gli stessi seggioloni in lunghi lignaggi di politicanti di mestiere concentrati solo sul mantenimento della loro posizione (ring a bell?).

I funzionari non sono gli unici figuri che devi osservare: i parenti del sovrano e le famiglie nobili sono pure importanti. Sono potenti e forti? Il sovrano può o non può permettersi di calciorotarli, degradarli, farli fuori?

A seconda della presa che un governante ha sui suoi baroni e sulla propria famiglia, puoi determinare la solidità reale della sua autorità.

Un ultimo fattore da tenere in considerazione è la proporzione popolazione/funzionari. Se i secondi appaiono troppo numerosi rispetto alla prima, probabilmente lo sono. E se lo sono, costituiscono un grave fattore di instabilità. Per un verso il carico sulla plebaglia sarà eccessivo, e per altri versi la concorrenza tra funzionari sarà tanto spietata quanto meschina. In altre parole, costoro saranno probabilmente più impegnati nel farsi le scarpe a vicenda che nell’amministrare con rigore e buonsenso il paese.

Tutto ciò è buono e giusto, e molto di questo segue quasi verbatim i consigli dei precedenti classici. Nella prossima puntata saranno trattate le altre due grandi strategie, quella Mediana e quella Inferiore.

Fino ad allora, spero stiate prendendo nota, e in caso di conquista del mondo non dimenticate i citare Sawyer nei ringraziamenti!

MUSICA!

———————————————————–

Bibliografia:

Ralph D. SAWYER, The seven military classics of ancient China, Basic Books, Boulder, 1993, pag.568

Ralph D. SAWYER, The art of the warrior, Shambala, Londra, 1996, pag.304