C’è chi lavora per vivere, chi vive per lavorare, e chi stava solo passando di là per caso

E’ un periodo molto faticoso e faccio fatica a star dietro a tutto. Tra tesi e rotture di cosiddetti, mi sto perdendo un sacco di polemiche interessanti. E ciò è male.

Oggi pertanto ho deciso di recuperare! Ci tenevo a portare il mio indispensabile contributo a due dibattiti, anzi tre. Il primo, questo sabato, è tanto triviale da essere ridicolo. Ma hey, questa gente viene pagata per scrivere, quindi perché lasciar correre?

In attesa che l’Espresso ci offra di nuovo un articolo troppo bellissimo, Vice è lì per tenerci occupati!

[P.S., mentre leggete voglio che nel retrotesta pensiate a tutti quelli che hanno il sogno di diventare giornalisti e che sono a smistare insulti in un callcenter.]

Alcuni di voi avranno letto questo articolo: Un inutile ma obbligatorio dibattito su Game of Thrones

Paura? Ne avete ben donde.

Per qualche ragione, Game of Thrones è una serie che le persone mi hanno sempre descritto paragonandola ad altre serie HBO: “The Wire con i maghi,” “I Soprano con le spade,” e così via. Non l’ho ancora guardato e, ad essere onesto, non penso che lo farò mai.

Partenza tranquilla ma promettente per Clive Martin, che vuole aprire un dibattito su qualcosa di cui, per sua stessa ammissione, non sa un tubo. Che dire, giornalismo del ventunesimo secolo at its best! Presente quando Cinzia Leone faceva finta di saperne di fantasy? Beh, fanculo, possiamo anche risparmiarci la finzione e andare dritti alla polemica inutile!

Tutti conosciamo gli stereotipi sul tipico fan del fantasy: l’impiegato di Games Workshop che si irrita e di dispera quando i bambini non sanno giocare bene. Il genere di persona che ha trovato il proprio Giardino dell’Eden culturale nella sezione graphic-novel di Borders negli anni Novanta. La loro traiettoria culturale li ha portati da Redwall a Red Dwarf a Reddit, e ora discutono ad alta voce della morte di Bruce Lee in bar di provincia. Odiano la moda in tutte le sue forme, eppure cercano di distinguersi. Per aggirare questo paradosso, tutti i loro vestiti devono riferirsi a qualcos’altro. Che sia un talismano in stile Alan Moore o una di quelle magliette con scritto “Afraid of the dark, Lagerboy?”

Mi ritengo, se non un’appassionata, una frequente consumatrice e amante di fantasy e fantascienza, e tra tutti i miei conoscenti nemmeno uno corrisponde a questa descrizione. Ma gli stereotipi fanno sempre audience!

In realtà, non mi interessa se Game of Thrones sia davvero più simile a “Mad Men con i maghi” che non a Dungeons & Dragons. Il mio problema è strutturale; è la ragione per cui mi sono addormentato durante il primo film del Signore degli Anelli, me ne sono andato a metà del secondo e ho ignorato completamente il terzo (per non parlare di Lo Hobbit – Un viaggio inaspettato, che non è piaciuto nemmeno a quelli che amano Il Signore degli Anelli).

Perché tutti i fantasy sono come Il Signore degli Anelli, e i film sono un’adattazione perfetta del libro! Cioè, il fantasy sono draghi ed elfi, elfi e draghi! Cioè! No? Cioè!

Ma non penso che sia questo il problema, perché non ho mai avuto scarse capacità di immaginazione; da bambino adoravo Ghostbusters – Acchiappafantasmi e sono stato una delle poche persone di mia conoscenza che all’epoca ha apprezzato davvero Le avventure del barone di Münchhausen. Non ho passato la mia adolescenza a chiedermi quante uccisioni ci fossero in un film prima di decidere se guardarlo o meno. Non ho mai ripensato al bacio saffico di American Pie 2, e le mie letture sono andate oltre il passaggio obbligato rappresentato dai libri di Kerouac, Salinger, Ballard, Philip K. Dick e via dicendo.

Sì, bello. Niente di quanto detto sopra denota particolare immaginazione o eccezionalità però, eh. Diciamo che hai fatto quello che milioni di ragazzini facevano. Peraltro, solo per aver guardato American Pie 2 dovresti cospargerti il capo di cenere.

Anche se poi sono cresciuto e ho scoperto l’alcol, le ragazze e il nu-metal, mi sono ritrovato in mezzo a un sacco di cose che di solito piacciono alle persone a cui piace il fantasy; che stessi cercando di decifrare il discorso dell’Architetto in Matrix: Revolution o qualsiasi cosa in Twin Peaks. Non ho alcun problema con nessuna attività paranormale, occulta o demoniaca—va bene tutto, basta che non compaia la parola “orco”.

Questa non l’ho capita. A parte la tristissima battuta su ragazzeVSfantasy, che è degna di un fratboy[1], complimentoni per la citazione da Matrix: Revolutions, uno dei film di fantascienza più brutti e cretini del secolo (consiglio la visione di questo commento). Peraltro, wow, orchi, in ASoIaF PULLULANO! Ma che sto a criticare, ‘sto tizio non sa n’asega della storia, per sua stessa ammissione.

Ma il fantasy di ascendenza inglese è una cosa che non sono mai stato in grado di sopportare. È una ascendenza che racchiude tutto dalla musica dei Pink Floyd e da quei libri in cui servono i dadi per leggerli. L’ho sempre vista come una cultura che di solito è oggetto di venerazione da parte di persone che non sono in grado di rapportarsi con il caos del mondo reale: i suoi genocidi, il suo dolore, le sue schifezze, le sue mode in continua evoluzione, i suoi fanatismi religiosi.


BWAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAahhhhahahhhhhhrgh*soffoca*

“Fantasy di ascendenza inglese” che cazzo vuol dire? Rowling, Pratchett, Tolkien, STESSA ROBA, guarda, identica!

Per carità, io non ho nulla contro la gente a cui non piace il fantasy. A me non piace la letteratura rosa. Sono sicura che da qualche parte ci sono dei libri tutti incentrati su storie d’amore che sono scritti benissimo, con personaggi ottimi e quant’altro. E magari mi piacerebbero. Ma non è un genere che di solito mi garba e lo evito, preferisco buttarmi su roba che so mi piacerà quasi di sicuro (o che mi farà fare delle matte risate, ciao Vanni Santoni!).

Ma prego contemplare la crassa ignoranza del genere (di cui non sai niente ma su cui stai scrivendo un articolo) e la condiscendenza per tutti quei poveri gonzi che si rifugiano in romanzetti di elfi e nani perché non sono in grado di fare i conti con la dura, crudele realtà *violini strazianti in sottofondo*.

Perché mai fantasy e fantascienza si sono occupati di temi reali e crudeli (Soylent green? Che cazzo è Soylent green? Brave new world? Eh? 1984? La prigione della libertà? Che? E non cito tutti i libri di Bacigalupi ambientati nel raccapricciante mondo del Post-Global Warming…). Inoltre è chiaro che se leggi fantasy non ti occupi mai di problemi reali. Per definizione! Che è un po’ come dire che tutte le donne che guardano Sex and the city sono rincretinite romanticone che leggono solo Vogue e Donna moderna, e che tutti quelli che guardano History channel sono dei ritardati mentali sol cappellino di stagnola e il tatuaggio WeLoveRagnar.

Qualcuno mi darà del luddista per questa mia incapacità di sopportare il fantasy.

No, ti diamo dell’ignorante, dello sputasentenze, del superficiale, non del luddista. Non vedo proprio che cazzo c’entri il luddismo con questo articolo, ma forse non sono abbastanza ubriaca. O Clive Martin non sa cosa vuol dire Luddismo. Insomma, è una delle due.

Credo che il mio vero problema sia che molte delle caratteristiche del fantasy sembrano derivare da una visione del mondo molto antiquata e conservatrice.

E’ normale che ti sembri così, dopotutto non sai una sega del genere per tua stessa ammissione. E siamo d’accordo, potrebbe davvero essere un problema strutturale.

Forse se Game of Thrones fosse ambientato in terre davvero immaginarie o futuristiche potrei guardarlo in uno stato di sospensione dell’incredulità. Non ho avuto alcun problema a credere a Blade Runner, ma GoT e gran parte delle opere di genere fantasy sembrano rappresentare soltanto una versione imbastardita dell’Inghilterra del 1930.


RAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHRGAHAHAHAHAHAHAHAhhhhhlapanciamioDio!

Che vuol dire? “Terre davvero immaginarie”? Guarda, non voglio sembrare snob, ma GoT non si ambienta nel mondo reale. Si tratta proprio di terre immaginarie. Sai, non so se hai notato, ma sul nostro pianeta le stagioni non durano anni, gli zombie non esistono e i draghi sono tutti celiaci e amanti degli Abba (in-joke per aficionados).

Quanto alla versione imbastardita del 1930, io ero rimasta che l’ispirazione era, tra le altre, la Guerra delle due Rose, un po’ prima del 1930.

Poi c’è il problema del sesso. Il Signore degli Anelli—anche se c’erano Viggo Mortensen, Orlando Bloom e Liv Tyler—è riuscito ad evitare brillantemente qualsiasi cosa fosse anche solo vagamente sessuale, fatto salvo per un po’ di scollature e qualche fugace bacio verso la fine. Per quel che ne so, in tutta la loro carriera i Pink Floyd hanno finto che il sesso non esistesse, e sono abbastanza certo che non ci siano pompini nel Mondo Disco. Invece in Game of Thrones ce ne sono tantissimi, stando a quanto dicono tutti ogni volta che se ne parla. Ottimo lavoro—individuare il problema e aggiungerci tette e cazzi

A parte il fatto che i riferimenti al sesso, nelle storie di Pratchett, ci sono e non sono nemmeno tanto rari (ma per saperlo avresti dovuto leggere i romanzi, che sbattimento!), ma decidi: sesso sì o sesso no? Peraltro Il Signore degli Anelli (romanzo) è scritto sul modello del poema cavalleresco. E non so se ti è mai capitato di leggere la Chanson de Roland o il Mabinogi, ma di scene di sesso descritte in dettaglio ce ne son pochine. Il signor Clive è uno di quelli che hanno sempre ragione:

-Che cagata ‘sti libri, sono così inverosimili, nessuno scopa mai!

-Beh, in questo romanzo scopano.

-Sì, vabbé, hanno individuato il problema e c’hanno messo tette e cazzi [Che suppongo voglia essere un commento denigratorio o una critica, ma non lo capisco. Qualcuno più intelligente di me può spiegarmi che minchia significa?]

A me sembra che questi libri, questi film, queste canzoni e queste serie tv su persone con strane orecchie che corrono per le montagne trafiggendosi l’un l’altra per mezzo di spade siano creati per persone che hanno problemi a capire gli altri esseri umani.

Disse colui che sta giudicando qualcosa che non conosce e che non gli interessa. Ovvio che ti sembri così, sei come Jon Snow.

Peraltro, ancora, pare che per costui “fantasy” si riduca a “high-fantasy con elfi”. Non solo è una visione caprina del genere, ma la cosa esilarante è che i libri di Martin non si accomunano nemmeno da lontano a quel genere! E’ un po’ come se io criticassi Don Quijote perché non c’è Magia.

E già che ci siamo, dove sono tutte le minoranze etniche nel Signore degli Anelli? È un’accusa comune mossa a un sacco di opere fantasy e probabilmente un appunto fatto da migliaia di cattivi comici. Ma questo non significa che dobbiamo ignorarla. Da una breve ricerca su Google, la giustificazione sembra essere che queste storie sono scritte come se facessero parte del folklore inglese. Ma, ragazzi, un momento. Non doveva essere fantasy? Quindi vanno bene gli orchi, i draghi, i nani ma niente neri? A me la cosa sembra un problema.

Sapevate che stava arrivando, ed eccola qui! Come nel bllximo articolo della Leone, non poteva mancare il bocchino pseudosociologico-psico-impegnato-FreeGaza-NoTav! La ciliegina sulla torta di cacca, pancia mia fatti capanna! (E non guardatemi male, so che ci sono altri coprofagi in sala!)

Potrà sembrare impensabile, ma i neri NON fanno parte del folklore inglese. E ad ogni modo il mondo di Tolkien è fortemente ispirato all’Europa Medievale. Hai presente, pochi traffici, pochi scambi, poca gente su tanto posto… Nel background geografico, tecnologico, culturale, economico e politico de Lord of the Rings, è normale che la gente si mischi poco. Sarebbe anzi molto poco verosimile avere gente esotica così a muzzo in villaggetti remoti. E ad ogni modo i neri nel Mondo di Tolkien ci sono eccome (Haradrim ed Easterlings). Sai, Tolkien ha i suoi difetti, piace o non piace, ma sul worldbuilding c’è veramente poco da dire. Lo sapresti se avessi letto il libro, ma dopotutto scrivere un articolo di roba che non conosci e che non ti interessa è il marchio dell’odierno giornalista.

Certo, mi dirai, i neri ci sono ma sono cattivi!

No, sono nemici. Non necessariamente cattivi. Anzi, l’unica scena in cui uno di loro è visto da vicino, sono trattati con notevole empatia:

[Un sudrone è appena caduto nella buca dove si acquatta Sam]

«…improvvisamente un Uomo cadde proprio dall’orlo della loro conca, quasi sulle loro teste, piombando fra gli esili arbusti. Giacque immobile nelle felci a pochi passi di distanza, bocconi, con frecce dalle verdi piume che gli trafiggevano il collo appena più in basso del collare d’oro. I suoi abiti rossi erano laceri, la cotta di piastrine d’ottone strappata e deforme, le nere trecce adorne d’oro fradice di sangue. La bruna mano stringeva ancora l’elsa di una spada rotta.
Era per Sam la prima immagine di una battaglia di Uomini contro Uomini, e non gli piacque. Era contento di non poter vedere il viso del morto. Avrebbe voluto sapere da dove veniva e come si chiamava quell’Uomo, se era davvero di animo malvagio, o se non erano state piuttosto menzogne e minacce a costringerlo ad una lunga marcia lontano da casa; se non avrebbe invece preferito restarsene lì in pace… »

Il Signore degli Anelli, ed. Rusconi, 1989, p. 799

Come ho detto, non ho mai guardato Game of Thrones. E chissà—magari è bellissimo. Magari un giorno sarò in grado di mettere da parte tutti i miei pregiudizi. Ma per ora non riesco ad andare oltre quei cazzo di orchi.

Orchi che non esistono nell’Universo di Martin, stai sereno. Caro Clive, non gliene frega un cazzo a nessuno se un giorno guarderai GoT. Quello che fraga, è che te hai la fortuna di scrivere su Vice. A meno che tu non stia lavorando aggratis per “far curriculum”, per favore, abbi rispetto per tutti quelli che si trovano a far gli sguatteri e almeno provaci a fare un lavoro decente. Perché la “lagna su una roba di cui non so niente né mi frega niente” non è un lavoro decente.

Ma non sono l’unica a pensarla così: un collega di Clive Martin, Harry Cheadle, ha risposto con un articolo gemello! Come se l’è cavata costui?

H o sentito che non ti piace una serie tv che non hai mai visto. Scrivere di quanto odi Game of Thrones pur rifiutandoti di guardarlo è stato un modo utile e costruttivo di passare il tuo tempo, ma dopo aver letto della tua “innata avversione per tutto ciò che può essere definito fantasy” ho pensato di dover dedicare qualche minuto a rispondere alle tue critiche a un genere e a una sottocultura di cui dichiari fieramente di non sapere nulla. Considera questo pezzo un amichevole “Taci!” da parte di un collega dall’altro lato dell’Atlantico

Promette bene!

Quello che mi infastidisce è che il tuo disprezzo per il fantasy sia basato su stereotipi datati e sul Signore degli Anelli, che è come se io mi immaginassi l’Inghilterra come un posto pieno di tizi che somigliano a Winston Churchill e bevono birra calda.

Amen. Harry se la cava molto meglio. Purtroppo non può durare.

Ok, qui hai ragione—gran parte delle opere fantasy sono scritte da bianchi appassionati di cose da bianchi come la storia militare europea e la mitologia celtica. Alcuni di loro sono anche abbastanza conservatori e il genere non è famoso per la sua apertura nei confronti dei personaggi femminili.

Scrittori bianchi. Scrittori bianchi! Del cielo numi!
Sul serio, un bel romanzo è un bel romanzo, fregancazzo il colore della mano che lo scrive. Se poi l’”Ecumene europea” ha offerto più spunti di altra roba per il fantasy anglosassone, perdonami un goliardico ma grazie al cazzo. Figurati che il fantasy giapponese si ispira un sacco spesso al folklore e agli elementi di cultura nipponica. Incredibile eh? Sì, esiste il fantasy anche in Giappone. Esiste in India. E non è né bizzarro né problematico che gli scrittori traggano ispirazione da elementi della loro cultura. Il punto è: i libri che scrivono sono belli oppure no? Sono ben scritti oppure no?

Peraltro sottintendere che ai non-bianchi non interessi la cultura celtica o altra “roba da bianchi” è ridicolo. Quanti manga esistono ispirati a storia/folklore/mitologia europea?

Per i personaggi femminili, ci sono chiari esempi di personaggi di primo piano. Senza citare le numerose donne di Martin, abbiamo le numerose donne di Pratchett (la piccola Tiffany, la sepolcrale Susan, o la cazzuta Adore Belle Dearheart, o la mia preferita in assoluto, Angua, e solo per citarne 4), abbiamo Paksenarrion (che debutta in un romanzo scritto di merda ma è pur sempre una donna soldato competente nel ruolo di protagonista), abbiamo Pima e Nita, Emiko e Kanya dall’universo di Bacigalupi, anche in Tolkien, dove le donne sono poche, abbiamo Galadriel ed Eowin, due personaggi importantissimi (nel libro) e trattati con rispetto. Sto citando a braccio, eh.

Ora, non voglio dire che i personaggi femminili ben costruiti abbondino nella letteratura fantastica. Come avrete notato, quasi tutti i personaggi citati vengono da BUONI libri. Più in generale le donne sono spesso dei cliché che camminano, e ancora di più da quando c’è stato il boom del Paranormal Romance (la Meyer ha avuto l’effetto di una bomba a neutroni su tanti cervelli femminili…). Ma non riguarda solo il fantasy: in generale le donne sono spesso rese in modo stereotipato. Come anche gli uomini. Perché in generale si scrive un sacco di merda.

Sul fatto poi che gli scrittori “bianchi” si scorpaccino di storia militare europea, ti prego Harry, prendimi per mano e lasciami vivere nel tuo mondo immaginario per un quarto d’ora!

Ci sono più cazzate tattiche in 10 pagine di un romanzo a caso che nell’intera Campagna di Russia. Trovare libri in cui lo scrittore parla di guerra E ha le basi minime per farlo è come cercare un filo di paglia in un mucchio di aghi.

Di nuovo, sì, il fantasy è un genere da bianchi, anche se qua e là si possono trovare sprazzi di diversità. Ma non è un problema specifico del fantasy—anche alcuni degli autori che dici di aver letto, Kerouac e Salinger, non hanno mai affrontato il tema della razza, e probabilmente loro hanno anche meno scuse.

Ma è un problema?

Intendiamoci, in un articolo di Vice fatto ammodo, uno sceneggiatore affermava che nelle serie italiane non ci sono personaggi omosessuali perché dall’alto viene chiaramente vietato di scriverne. QUESTO è un problema, perché si sta operando una censura bigotta. Non mi pare che ci sia lo stesso guaio nella storia fantastica. La maggior parte dei personaggi sono bianchi, ok. Quindi? E’ verosimile nella trama? E’ problematico?

Perché se giochiamo al “questo libro non è serio perché non è socialmente impegnato”, allora nessun libro è bello, perché nessun libro parla di TUTTE le minoranze.

Te ti lamenti che non ci sono neri? Ah, e io voglio vedere più personaggi gay! Anzi, voglio vedere personaggi che fanno la raccolta differenziata. Perché non c’è mai un personaggio con la scoliosi? Per una che avrà una gobba come Igor, mi sento molto offesa da questa mancanza! Che, ce l’avete con gli handicappati?

Se a molti lettori di fantasy piace evadere dalla realtà leggendo storie di terre misteriose e di persone comuni che diventano eroi è perché questi lettori sono stati bullizzati e emarginati dagli altri e, be’, come si può biasimarli?

Grazie Madre Teresa, ma anche no, eh ? Il fantasy ben fatto piace perché dà sense of wonder, è come fare un viaggio in una terra lontana. Fine. Lo psicodramma dei poveri ve lo potete anche tenere. C’è che è stato bullizzato, chi no, chi a volte sì e a volte no, evitiamo le bischerate eh. Che sennò è un po’ come dire che tutti quelli che leggono thriller hanno vite vuote e monotone, e tutti quelli che leggono storie di guerra sono fascistoni assetati di sangue che sognano di sterminare popoli interi.

In conclusione, il signor Harry conosce il genere certamente meglio del signor Clive, ma la sua risposta lascia comunque a desiderare. Mi aspettavo qualcosa di più, specie quando l’articolo da criticare offriva bersagli così facili. Ma pazienza.

Stretta è la foglia, larga è la via,

Facciamo che ci beviamo sopra anche se non fa rima ?

MUSICA ! (Chi altri giocava a Prince of Persia warrior within? Una delle tamarrate che mi resteranno sempre nel cuore!)


 

COMUNICAZIONE DI SERVIZIO : sto finendo di scrivere la tesi e sono nello stallatico fino agli occhi (o anche « sono nei romanzi di Altieri fino agli occhi ». Gli articoli « seri » e « impegnati » riprenderanno non appena mi sono liberata di questa triviale incombenza che si chiama Laurea Specialistica. Chuss !

[1] Fratboy, creatura tristissima da tutti i punti di vista. Sì, sto generalizzando. Ma almeno io ne sono cosciente.