Dark city

Una metropoli di notte. Un uomo si sveglia di colpo in un appartamento che non riconosce, confuso e senza ricordi. Nell’appartamento c’è una donna: è morta, qualcuno le ha coperto il corpo di spirali con la punta di un coltellaccio. Mentre l’uomo fissa la scena con orrore, il telefono squilla. Un tizio lo avverte che deve scappare: stanno venendo a prenderlo.

Chi sta venendo a prenderlo?

Tre individui pallidi che sembrano i fratelli magri di Nosferatu.

Perché lo vogliono?

Non si sa. L’uomo scende nella hall, dove tutti sembrano addormentati. Dico sembrano, perché presto ci rendiamo conto che quel sonno ricorda più un coma che altro. E proprio quando stai per dirti che questa è la mezzanotte in punto più lunga della storia del cinema (da quando l’uomo si sveglia a quando scende nella hall!), gli orologi riprendono e tutti si rianno come se nulla fosse. Confuso e spaventato, l’uomo fugge nella tentacolare città notturna. Sulle sue tracce, i tre individui e la polizia, a caccia di un serial killer che si diverte da qualche giorno a uccidere prostitute.

Dark city è un film del 1998, diretto da Alex Proyas, lo stesso regista del celeberrimo The Crow. Proyas scrisse il copione a sei mani insieme a Lem Dobbs (co-sceneggiatore dello spassosissimo Romancing the stone, o, in italiano, All’inseguimento della pietra verde, grazie traduttori, mi regalate sempre grandi gioie) e David Goyer (che aveva appena sceneggiato il prequel del Corvo e Blade).

Quando la storia cominciò a prender forma, nel ’91, l’idea era di raccontare la vicenda di un detective degli anni ’40 che scivola sempre più verso la follia quando i fatti in una sua indagine perdono senso logico. Col passare del tempo però, il focus si spostò dallo sbirro ossessionato alla persona che lo sbirro insegue, John Murdoch. E nel 1998, John Murdoch è il nostro protagonista, interpretato da Rufus Sewell.

Dark city comincia come un noir, ma subito lo spettatore si rende conto che qualcosa non quadra. L’ambientazione pare l’America degli anni ’50, salvo poi mostrare a tratti elementi dei ruggenti ’60 o ’40. I tre tizi in nero sono loro da soli un elemento bizzarro che non pare integrarsi in niente. Sono umani?

All’inizio, mentre stanno cercando Murdoch, interrogano il concierge dell’hotel in cui il nostro protagonista si è risvegliato. Una scena dopo, l’ispettore Bomstead arriva allo stabilimento per indagare l’omicidio della prostituta. Dietro il bancone è seduto un uomo completamente diverso, che tuttavia parla come l’altro e pare avere gli stessi identici ricordi.

Il film continua, e non si può fare a meno di notare che, per esser notte fonda, la città ferve di attività. Io sono una nottambula che dorme dall’alba al pomeriggio e lavora al meglio dalle 10 di sera alle 6 di mattina e, lo confesso, sono gelosa. Anche a me piacerebbe trovare uffici e negozi sempre aperti!

Nella Città hanno qualche inconveniente però. A mezzanotte in punto, tutto si ferma. Tutto. Macchine, treni, persone. Tutto scivola in un coma profondo, e gli omini neri, gli “sconosciuti” (strangers) escono dai loro nascondigli.

Ricorda un po’ le nostre cene in famiglia…

La premessa del film è un evergreen: e se la nostra realtà non fosse vera, ma fosse un’illusione?

Suona familiare, vero?

Il film Matrix uscì appena un anno dopo, e, a chiosa, parte del loro set fu messo insieme riciclando proprio quello di Dark city!

E indovinate: Dark city è meglio. Non perfetto, ma meglio. E con buona pace della fanbase, Matrix è uno dei film più sopravvalutati del secolo (ed è invecchiato malissimo! Ecco, l’ho detto!).

Mentre in Matrix la realtà in cui ci muoviamo è virtuale, Dark city adotta un approccio un po’ diverso. La realtà non è tanto illusoria, quanto mutevole e inaffidabile: la vera alterazione non è fuori, è dentro. Non è il mondo a essere falso, sono i tuoi ricordi a esserlo.

Uno dei temi di questo film è il ruolo della mente nella costruzione di una realtà. E non è un caso che una delle fonti di ispirazione sia stato il libro di Daniel Schreber (che dà il nome a uno dei personaggi principali, interpretato da Kiefer Southerland), un disgraziato nato nel 1842 da padre sessuofobo e uber-severo, che finì, come era prevedibile, in un grullocomio. Prima di morire il buon Schreber lasciò un libro, Memoirs of My Nervous Illnes, che descriveva le sue psicosi. Schreber era convinto che in ipnotizzatore si fosse infilato nel suo cervello per alterare i suoi pensieri e le sue percezioni (dandogli strane idee, tipo “non sarebbe ganzo farsi scopare come una donna?”). Non solo, era convinto che le anime dei defunti gli si stringessero attorno, come “uomini improvvisati e fluttuanti”.

In Dark city la vera domanda non è “e se la realtà fosse illusoria?”, ma “e se tu fossi illusorio?”

Domande esistenziali

Col progredire della vicenda vediamo che la città è controllata in ogni atomo dagli Strangers, umani solo all’apparenza. Ogni notte a mezzanotte, gli Strangers si riuniscono sottoterra per il tuning: concentrano i loro poteri psichici megacosmici e voilà! Case emergono, palazzi spariscono, strade si aprono, piazze si chiudono. Gente è spostata, cambiata di abito e di classe sociale, finché Schreber non inietta nella loro testa una nuova memoria.

Quello che gli Strangers vogliono è capire. Cosa ti rende ciò che sei? Sei qualcosa, al di là della somma dei tuoi ricordi?

Se quei ricordi dovessero cambiare, o addirittura sparire, cosa resterebbe di te? D’accordo che cogiti quindi sei, ma se quelle cogitazioni non fossero le tue?

Detto così sembra un film fighissimo che più figo non si può!

Beh, dai…

Well, abbastanza. Intanto è importante notare che sto parlando del Director’s cut. Ci fu infatti un problemino con la produzione, che trovava il film troppo bizzarro e inquietante per il pubblico. Proyas stesso si fece venire un sacco di paranoie, e tirò fuori un Theatrical cut, che a mio modesto parere perde un buon 20% di figaggine. Il Director’s comincia in medias res, e seguiamo il nostro protagonista sconosciuto in un luogo che in apparenza ci è familiare (una città americana di notte) e che via via mostra sempre più incongruenze e anacronismi, come in un brutto sogno.

Nel Theatrical, un narratore ci racconta buona parte del twist d’acchito, togliendo un sacco alla suspence, ma soprattutto al sentimento di confusione e disagio che è l’anima stessa di questo film.

Anche nel Director’s però ci sono dei problemi, e sono legati principalmente alla verosimiglianza. Succede spesso quando ficchi una magia troppo potente nella storia.

Gli Strangers hanno una vasta paletta di poteri mentali strafighi: sono telecinetici, volano, e soprattutto manipolano la materia. Quando sono tutti insieme possono riarrangiare l’intera città come una palletta di pongo.

Tuttavia, quando sono confrontati per la prima volta con Murdoch e constatano che i loro ordini telepatici non funzionano, invece di usare il resto dei loro poteri, tirano fuori il coltellaccio.

Questo è un grosso problema. Un pugnale non è un’arma inquietante, non in mano a qualcuno che può nuclearizzare un palazzo di 15 piani col pensiero. Per quanto gli Strangers riescano a essere, nell’insieme, antagonisti paurosi, quando sfoderano il taglierino la tensione cala.

Un altro problema è la computer grafica. La battaglia finale è a tratti bella da vedere, a tratti sono due tizi che si guardano brutto urlando con roba trasparente che gli spara dalla fronte. E’ uno scivolone grave, più degno di una puntata dei Power rangers che di un film, ed è un peccato. Per quasi tutta la durata il film riesce benissimo a creare un’atmosfera kafkiana, e poi BUM! Onde energetiche. Non dico che è buffo da vedere come il duello tra Lo Pan e l’altro vecchietto in Big trouble in Little China (film tanto cretino quanto divertente), ma siamo lì.

E la fine mi ha lasciata con la testa piena di domande. Come farà questa gente a sopravvivere? Cosa mangeranno, dove coltivano? Ok che Murdoch può usare il tuning, ma ci saranno dei limiti, no? E se no, come ha fatto a diventare così potente? Peraltro, lo aspetta una lunga settimana da Demiurgo se l’idea è quella di fargli creare un mondo nuovo da zero. Voglio dire, l’avete letto Ende, quando Bastian ricrea Fantasia fa un casino che levati!

Ciò detto, il film ha dei grandi pregi.

Per esempio

L’atmosfera è ottima. “Kafkiana” ho detto prima, ed è l’aggettivo che viene in mente: una gigantesca città notturna, senza vie di uscita, che rivolve costantemente su sé stessa senza possibilità di fuga. Anche il supposto paradiso, Shell Beach, suggerisce un luogo chiuso, un guscio che non si può rompere.

Guardandolo mi sono tornati in mente i grandi fil dell’espressionismo tedesco, tipo The Cabinet of dr. Caligari, o lo splendido Metropolis.

I comprimari sono ben tratteggiati, soprattutto il dottore e l’ispettore. Emma (Jennifer Connelly) è un po’ più la tipica coprotagonista femminile, messa lì per essere il supporto morale e la donzella vulnerabile, ma almeno in questo film sembra avere una sincera affinità con Murdoch.

A differenza di Matrix, in cui passano da “buongiorno” “buonasera” a “ommioddio sono follemente innamorata di te, ma continuerò ad avere la stessa faccia da insonnia che ho avuto per le ultime due ore”.

John Murdoch è un buon protagonista. E’ amnesico, ma nonostante l’assenza di ricordi traspare una personalità “piacevole”. Sewell è un buon attore a mio parere, e in questo film riesce a rendere bene il travaglio del personaggio, lacerato tra il desiderio e la paura di scoprire chi è, solo per poi trovarsi invischiato in una situazione molto, molto peggiore della peggiore previsione possibile.

La tana degli Strangers

Per quanto mi riguarda, sono stata subito risucchiata dall’ambientazione, il tono e l’atmosfera. Ho un’idiosincrasia per i film che invece di raccontare una storia esplorano profonde questioni esistenziali, ma nella fattispecie le ho trovate ben studiate e integrate nella trama, e soprattutto legittime. Sono domande interessanti, non il solito messaggio evergreen sulla forza dell’ammoreh o l’insensatezza della guerra. Ho amato molto anche gli Strangers (Mr. Hand è Riff Raff del Rocky Horror Picture Show!), vuoti e inquietanti. Mi hanno ricordato per molti versi gli Uomini Grigi di Momo, altro romanzo di Ende.

Non ne so abbastanza di cinema per capire cosa di preciso mi sia piaciuto in certe scene. Una delle più terrificanti per me, e sinceramente non saprei dirvi il perché, è quella in cui Murdoch deve recuperare il suo portafogli da un ristorante automatico. A differenza di molte altre scene, questa si svolge in una stanza chiara e ben illuminata. Che sia per la frenetica ma impersonale attività del posto, o perché senza ombre non puoi nasconderti, non saprei dire, ma qualcosa nella scena mi ha messo la pelle d’oca.

In un altro momento Murdoch arriva a quella che crede essere un’uscita, ma è solo una piccola stanza spoglia, il mare è solo un poster appiccicato sul muro di fondo. E’ in scene come quelle che si realizza la claustrofobia, la frustrazione e la paura del protagonista. Non può scappare, non può vincere. Mi ha ricordato molto quei simpatici incubi in cui cerchi di svegliarti senza riuscirci.

Riassumendo

Il soggetto

 

La sceneggiatura

 

La storia

 

L’atmosfera

 

Incongruenze nei poteri degli Strangers

 

Pugnali?

 

I personaggi

 

Scenografie  e fotografia

 

Il protagonista

 

La colonna sonora

 

Il duello finale

 

Il tema della storia

 

Dark city fu un fiasco al box-office, mentre Matrix, che ha in comune un sacco di idee, fu un successo. Forse lo stile, le esplosioni e i computer erano più appetibili di una metropoli noir. Il che è anche comprensibile. Tra i due, io scelgo Dark city a mani basse. Avrà i suoi difetti, ma alla fine i personaggi hanno una personalità, sembrano esseri umani. Neo e Trinity sono la coppia più noiosa e con meno intesa della storia del cinema. Inoltre, in Dark city non c’è simbolismo cristiano che a tratti avrebbe anche un po’ rotto le scatole.

Ad ogni modo, questo film è straconsigliato.

MUSICA!

Classici Militari: Wei Liao-tzu

La serie sui Classici Militari continua, con un altro gioiellino non troppo celebrato: il manuale del buon Maestro Wei Liao, consigliere e stratega del mitico Qin Shi Huang, sovrano del regno di Qin. Siamo in pieno periodo dei Regni Combattenti (475 a.C.-221 a.C.), il crogiolo pulsante di morte e massacro che ha per sempre segnato la storia della Cina e fonte di ispirazione per millemila opere, saggi, romanzi, pièces teatrali e quant’altro.

Perché ricordate: la Guerra è principio e fine di ogni cosa, che vi piaccia o meno.

Ma torniamo a noi. Il Maestro Wei è un allievo legista. BRAVO!

Purtroppo il signor Wei non fu mai comandante, e il libro in questione è puramente teorico. Tuttavia ebbe un discreto impatto, quindi ve lo propino lo stesso.

Quello che contraddistingue il libro di Wei dal resto dei Classici visti finora è l’enfasi posta sullo sforzo umano nell’esito di una guerra. Vaticini, momenti o stagioni sono importanti, ma alla fine tutto dipende dalle opere umane. Quanto avrai curato le tue fortificazioni, quanto avrai addestrato i tuoi, ecc. Sopra ogni cosa, non fidarti degli auspici. Agisci.

Una buona conoscenza della realtà e buon calcolo sono le cose fondamentali. Cosa ti serve per quale impresa (quale terreno e materiale), quanti uomini sono necessari, e pertanto quanto cibo dovrai impegnare. Alla fine la guerra resta un cruento picnic: la logistica vince.

Per quanto riguarda gli affari militari, è capitale che restino sconosciuti e segreti.

Un Paese deve avere una buona agricoltura per essere prospero. Come spiega Bouthoul nel suo Polémologie (se non lo avete letto fatelo), per fare la guerra è necessario avere, di partenza, un surplus.

Un popolo ben nutrito deve essere mantenuto in ordine affinché tutto funzioni. Un Paese ben nutrito e ben governato è incline a vincere ancora prima di essere entrato in guerra, e ciò è importante, perché se si vince senza combattere la vittoria è del sovrano, altrimenti sarà una vittoria del generale.

Ergo il sovrano non deve in alcun modo dichiarar guerra per un rancore personale, ma solo se, tutto considerato, è già sicuro di poter vincere. Nell’ideale, non si combattono guerre giuste, solo guerre vinte.

Ovviamente dovrai reagire se scoppia del casino, o difenderti se sei attaccato,l ma non ingaggiarti in una lunga campagna se non sei sicuro del suo esito.

Per quanto riguarda il generale, non è sottomesso né al Cielo, né alla Terra, né agli uomini. Deve essere un uomo composto, impossibile da far infuriare, puro d’animo e incorruttibile. Non scegliere qualcuno incline all’emozione, quale che essa sia, perché potrà essere manipolato o fare errori.

Ricorda che in un esercito ordine e disciplina sono i due sine qua non a prescindere: limiti e regole sono le pietre miliari di qualsiasi gerarchia armata. Quando le regole sono chiare, lo saranno anche i castighi. Ordine significa coordinazione e unione, le due ali che ti porteranno la vittoria.

Ora, tieni conto che la vita dei soldati ha un valore. Se uccidi uno dei loro al prezzo di cento dei tuoi, sei un balordo e una calamità per il Paese. Ho come l’impressione che nel ’14-’18 qualcuno se lo fosse scordato.

Sai cos’altro danneggia un esercito? I disertori. Ne avrai di sicuro se il generale dà ordini ma ufficiali e soldati si urlano addosso. Se non c’è armonia e coerenza il tuo esercito farà acqua da tutte le parti. Disertori, spreco di vite e di materiale, sono tutte cose che devi trovare il modo di evitare.

Un ufficiale Qin, ripreso dall’esercito di terracotta

Nessuno vuole morire o saltare in un mucchio di gente incazzata e alabarde. Ma se gli ordini sono chiari e le regole ben inculcate, le truppe saranno manovrabili. E i due strumenti che ti aiutano a imporre ciò sono, guarda un po’, ricompense e punizioni.

Ma come? Stabilendo degli esempi. Con un debole puoi mettere in guardia cento forti. Uccidi un uomo, e altri cento non oseranno disobbedire. Crudele, ma ho già detto che Wei era un legista?

Forgia degli uomini pronti a morire, e vivranno: saranno gli inavvicinabili soldati di un Egemone.

Un comandante deve quindi conoscere divieto, perdono, grazia ed eccessivo rigore.

L’Arte Militare è fondamentale per un Paese che voglia essere indipendente. E per ottenere ciò occorre che la popolazione sia coscrivibile alla svelta. Il piano di leva deve essere già pronto, in modo che alla chiamata ogni tot di gente dia un soldato e che tali soldati siano già pronti all’impiego.

Questa può sembrare una bischerata, ma non lo è, specie in un mondo pre-industriale. Imporre una leva generale è molto difficile, e spesso si è optato per l’elaborazione di una classe di guerrieri specializzati. Spesso, non sempre. Dopotutto la leva obbligatoria è un sistema di controllo e consolidamento del proprio potere, e i cinesi lo sapevano.

In ogni caso ricorda: se il tuo esercito non può vincere, la colpa non è dei soldati.

Devi preparare la tua popolazione in primis: fai in modo che sia chiaro che senza agricoltura non si mangia e senza esercito non si scala la gerarchia. Che la gente si spintoni per i campi o la lancia! Peraltro, se i tuoi ordini sono credibili nel tuo stato, è probabile che anche i tuoi vicini ne tengano conto.

Cerca e impiega la gente di valore. Anche se vengono da terre nemiche. Anzi, privarli dei suoi uomini di talento è cosa buona e giusta.

Ci sono tre modi per vincere una guerra: Tao, imponenza e forza.

Spezzare il ch’i del nemico e incapacitarlo a combattere, è una vittoria via il Tao.

Impiegare un esercito ben regolato e coordinato, ben equipaggiato e addestrato, è una vittoria via l’imponenza.

Massacrarli, prendere i loro territori col sangue e l’acciaio e tornarsene a casa, è una vittoria via Forza.

Un generale combatte via il popolo, che combatte via il ch’i. E’ questo animo che devi preservare, perché chi lo perde sarà sconfitto.

Ci sono cinque cose da discutere prima di ogni azione:

La strategia; chi nominare generale; come quando invadere; come rinforzare le proprie difese; mobilizzazione dei tuoi e future sanzioni per loro.

Discusso ciò, il generale deve poter conquistare i suoi uomini, senza per contro essere conquistabile dal nemico. Deve capire le masse e unirle, dare ordini chiari ed evitare di cambiarli in continuazione. Metti da parte gli errori minori o i dubbi poco importanti, gli ordini devono essere coerenti e sicuri.

Per fare ciò lo Stato deve aver in principio stabilito la buona forma (i riti, come dice Sorai, uniscono e coordinano il popolo) e le virtù fondamentali. Questo non solo favorisce l’unità, ma anche lo sviluppo di fiducia, amore e senso di vergogna. Gli ufficiali sono gli arti dell’esercito, e devono essere disposti a morire per onore, perché solo in quel caso i soldati li seguiranno.

Pasci il tuo popolo, regolalo, dagli un senso della gerarchia ma anche riti che uniscano le diverse comunità. Stesso vale per le unità base del tuo esercito. Devono essere coesi come fratelli. Verso le compagnie e i loro diretti ufficiali, devono nutrire il rispetto e l’affetto che un legista e confuciano nutre per un amico.

Quanto al sovrano, è sua responsabilità che lo Stato sia solido e sicuro. Il che necessita tre cose: agricoltura, fortezze, esercito.

Se non hai abbastanza scorte o equipaggiamento ben tenuto, non partire in guerra. Se salari e ricompense non sono conseguenti, la gente non è motivata. Inoltre una massa di soldati sarà debole senza un corpo d’élite selezionato.

Lo Stato di un Buon Sovrano arricchisce il popolo. Lo stato di un Egemone arricchisce gli ufficiali. Uno stato che a stento sta a galla fa la fortuna solo degli alti ufficiali. E uno stato in via di decadenza è un festino per un pugno di grassatori e basta. Nell’ultimo caso, la rovina e solo questione di tempo. Cheers!

Per puntare al meglio hai bisogno della forza motrice universale di una qualsivoglia società: la buona volontà degli uomini. E la puoi ottenere solo in un modo: ricompense appropriate, pene e premi credibili e affidabili.

Questo è un leader credibile. Prendi esempio.

Nel caso di una campagna, il generale deve dare l’esempio al resto dei soldati. Ergo niente parasole se fa caldo, niente vestiti imbottiti nel freddo, ecc. Come abbiamo già visto, è importante che un capo militare dia l’idea di essere disposto a fare quello che ordina agli altri di fare.

Il dubbio è la radice della debolezza. Il dubbio divide, apre falle, e abbiamo visto come la forza deriva dall’unità. Un generale in campagna non può permettersi di dubitare o esitare. E il legismo del signor Wei rifà capolino: c’è qualcosa che gli uomini temono più di qualsiasi altra. Quella paura massimante deve essere il generale. Se temono il generale, disprezzeranno il nemico, e se temono il nemico disprezzeranno il generale.

Non si tratta solo dei soldati. I comandanti suoi sottoposti devono fidarsi, ma averne timore, e a loro volta ispirare alle masse questi stessi sentimenti.

Un buon generale deve essere quindi amato e temuto.

La guerra ha costi e rischi. Evita, se puoi, di attaccare per primo. Lascia la prima mossa ai nemici. Lasciali muovere, osservali, conoscili. Intanto, assicurati che il tuo esercito sia ben organizzato, in modo che non si aprano falle improvvise alla morte di qualcuno: che ci sia sempre un ufficiale di riferimento.

Quando parti in campagna, taglia le strade del nemico, cerca di dividere il loro esercito, e trai vantaggio dalle loro debolezze.

Per far ciò, cel va sans dire, hai bisogno di un buon sistema di intelligence, che ti tenga anche aggiornato su ogni debolezza, difetto o ritardo del nemico. Un buono stratega non deve lasciarsi sfuggire nessuna occasione.

In caso tu debba difenderti, ricordati sempre di proteggere le mura esterne e gli avamposti di confine. Se il nemico avanza, non lasciare granai indifesi, raccogli le provviste in modo che non possa nutrirsi alle tue spalle.

Per quanto riguarda la difesa delle mura, non si tratta solo di piazzare un piantone ogni tot passi. Per dare un’idea di quanto manpower assorbe una roba del genere, cito qui la ricetta del signor Wei:

per ogni dieci piedi di camminamento, avrai bisogno nel complesso di dieci persone, artigiani e cuochi esclusi.

Non risparmiare su difesa e fortificazioni, perché ti offrono una posizione estremamente vantaggiosa rispetto all’attaccante.

Se i cittadini sanno che i rinforzi arriveranno, avranno il fegato e l’animo di difendere le mura. Se l’aiuto non è così sicuro, sarà sempre possibile prendere a calci i borghesi per difendere la loro città, ma il loro morale sarà sottoterra, e nessuna politica illuminata potrà tirarlo su.

Che le tue truppe d’élite diano l’esempio. Quando il back-up arriva, che quelli dentro facciano una sortita per poter prendere il nemico a tenaglia.

Immagine dimostrativa

Se vuoi incutere timore, non far cambiamenti frequenti. Non interferire con le occupazioni stagionali dei tuoi sudditi. Sii in grado di reagire con prontezza per cogliere le occasioni. Buona parte della tua difesa dipenderà da come riuscirai a manipolare la tua apparenza esterna. Devi essere lungimirante e preparato, e cauto, il che significa non sottovalutare i piccoli numeri. Quanto ai grandi numeri, devi avere la saggezza di manipolarli e controllarli. Infine, hai bisogno del supporto delle masse, e lo puoi ottenere solo delegando ad altri.

Guardati dall’eccesso: è il Sommo Male. Sii sincero: se segui i tuoi desideri finirai per avere una visione distorta. Parimenti, accetta le critiche. Mantieni i piedi per terra e mena una vita parca. Circondati di gente intelligente.

Tutto è molto bello, ma quando gli eserciti marciano e i timpani rullano, come comportarsi?

Durante la campagna, fai in modo che i tuoi uomini seguano le regole ed evitino prepotenze e saccheggi. In questo modo contadini e burocrati passeranno sotto la tua coppa senza darsela a gambe, il che può velocizzare molto il processo di assorbimento di un nuovo territorio.

Il savio Wei fa peraltro un’osservazione molto attuale: un paese con un esercito spropositatamente grande è un paese che punta a proteggere il proprio territorio ma anche a condurre guerre. Uno stato con un esercito discreto è in grado di difendersi. Uno stato con un esercitucolo di quattro gatti sottopagati sarà costretto ad appoggiare i suoi vicini e alleati in qualsiasi idea balzana, perché la sua esistenza nella rete di alleanze è troppo precaria.

Rings any bell? Se la risposta è “no”, forse non viviamo nello stesso continente.

Devi incentivare il tuo esercito. Vale l’investimento.

Ho sempre trovato divertente l’idea “sono pacifista ergo niente esercito”, come se il non avere un esercito decente prevenisse qualcun altro dal fare casino, o come se l’esercito fosse una chissà quale bomba a orologeria di ferocia e brutalità pronta a scatenarsi.

Forse non ho la purezza d’animo per capire, forse sono una brutta persona.

Ad ogni modo, la prima puntata sul Wei Liao-tzu si conclude qui. Questo saggio è relativamente ponderoso, e richiederà un secondo episodio.

Nel frattempo, MUSICA!

Primo anniversario: un anno di legnate e lagne

L’8 febbraio del 2014 pubblicavo il mio primo articolo, una lungagnata infinita sull’evoluzione militare giapponese dai Codici alla rivolta di Masakado.

E’ passato un anno, e il blog ha superato le 21.000 visite. Spero di essere riuscita a interessare qualcuno a fatti storici poco celebrati (come i disordini in Mutsu o l’affare di Crouy), o a offrire informazioni semplici e di rapida lettura come la serie (ancora non finita) sui classici militari.

Spero anche di aver attirato nuovi accoliti verso gioiellini come Tucker & Dale VS Evil, o capolavori assoluti come Le porte dell’abisso.

Oggi dovrei pubblicare un altro mattone di Storia per riallacciarmi agli esordi, ma siccome sono una fanciulla incostante e frivola, ho deciso che l’articolo di oggi sarà del tutto inutile.

Tiriamo dapprima le somme:

In questo 2014 ho pubblicato 34 articoli. Di questi, 9 sono erano di storia militare e 6 di tattica. Ci sono state poi recensioni di film e serie, 8 in tutto, e libri, 7. Più un articolo di aneddoti e uno a uso e consumo di chi si diletta di storie (come non descrivere scene di battaglia). Infine 2 di trollaggio puro su articoli stupidi apparsi su internet o sull’Espresso.

Quali sono stati gli articoli più letti?

Non ci crederete mai, ma quelli di storia militare ristagnano molto in fondo alla classifica. Il pubblico scempio dell’articolo di Cinzia Leone sul fantasy e la recensione di Magdeburg sbancano, e l’unico post di storia che si scava un posto nella top ten è quello su Heroes.

Con mia grande sorpresa, l’articolo meno letto in assoluto pare essere non tanto il mattone sull’evoluzione militare dai Codici a Masakado, ma quello sul principe Mochihito, che tutto sommato è piuttosto corto e leggero. Che avete contro il povero Mochihito? O sono i Taira che si affogano a urtare la vostra sensibilità?

Sono anche sorpresa dal successo relativamente grande riscosso dall’articolo sul commercio tra VIII° e X° secolo. Sul serio queste vili questioni mercantili sono più interessanti dei disordini di Heiji?

Mah.

Ad ogni modo, per celebrare questo primo anniversario di notizie inutili e recriminazioni superflue, vi propongo un best of dei termini di ricerca che hanno portato povere anime su questo blog.

Se avete di meglio da fare, fatelo. Se vi sembra che la vostra vita non abbia scopo e che sia scivolata via senza utilità alcuna, leggete e consolatevi: almeno non siete me.

Palati fini

tengu 47 ronin

Se vuoi sapere che scopo hanno i tengu nel film, ho la risposta: nessuno.

47 ronin pistola tatuaggi

Se te invece stai cercando il ruolo di Zombie Boy nel film, lascia che ti aiuti: lo inquadrano di spalle per 3 secondi netti. E no, non serve a niente.

Tre poster del film. Nessuno di questi tre personaggi gioca un ruolo essenziale nella storia.

the edge of tomorrow: come fa a capire di aver perso il potere

Bonne question. Se mai trovi una risposta, fammi sapere.

fortezza nascosta nihal terra del vento

Siete dei perversi.

dracula untold finale spiegazione

Il regista spera di poter fare un sequel.  Oppure il vecchio vampiro è un guardone impenitente e passa il tempo a spiare Luke Evans.

taglio fondi film fantasy

Ovvia, non avete visto Le porte dell’abisso? Non servono fondi, il genio è sufficiente!

film fantasy che hanno fatto la storia

Chi non ha visto Willow non ha visto nulla!

libri svedesi con personaggio albino

Bizzarramente specifica, come ricerca.

scrittori di cose militari

Questa è bizzarramente vaga.

libri horror che parlano di alieni che stuprano la gente

Libri non saprei, ma ho una lunga serie di manga da consigliarti. Ovviamente non li ho letti, me ne hanno solo accennato, una signorina perbene non legge certe cosacce.

buoni romanzi fantasy

Hai dato un occhio al catalogo Vaporteppa?

ma e ‘ vero che luke evans e ‘ stato considerato l ‘ uomo piu bello del pianeta ?

No, quello è Kim Jong-un.

altieri alan e fratello storico

“Storico” e “Altieri” non dovrebbero mai essere usati nella stessa frase.

 

Tattica in pillole

tema racconto fantasy eroi in pericolo con azioni movimenti del corpo

Da qualche parte in Italia c’è una brava maestra che dà compiti creativi e stimolanti.

C’è anche un ragazzino che non ha voglia di farli.

tattica militare fantasy

La balistica delle palle da fuoco e l’annoso problema di qual è l’autonomia di un drago. Inferiore o superiore a quella di un B17?

i sovietici vincono a stalingrado grazie ai cecchini?

Non ho studiato la battaglia nel dettaglio, ma azzardo un’ipotesi lo stesso: no.
Se per vincere bastassero i cecchini, oggigiorno parleremmo tutti finlandese.

ninja scemo

Credo che tu stia cercando Magdeburg-L’eretico.

la vita militare che stronzata

Questo si è arruolato e ora se ne pente.

armatura di lagertha

BWAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHahahhahhhhh*soffoca*

nomi per guerre di un libro fantasy

Prova a prendere a pugni la tastiera. Alla Strazzulla ha funzionato.

dove sono i nostri soldati in missione giugno 2014

Vuoi dire che ce li siamo persi?

 

Porno

Vorrei cogliere l’occasione per esprimere la mia più sincera simpatia a tutti i disgraziati che cercavano culi e che sono finiti su questo blog. Sono desolata.

fermati !!! ho ld- passerin bagnata

Un ornitologo alla ricerca di un elusivo uccelletto.

minare veloce pene ghey

Ghey“. Qualcuno ha dei consigli per il nostro allegro minatore?

maestra trappola e lesbica domina

Comunque una storia migliore di Intetstellar.

perche masturbandosi si diventa miopi ask.fm

Perché disperdi la tua energia yang in fazzolettini di carta e crei disequilibrio tra i chakra. I sogni erotici invece vanno benissimo, specie se includono Federico Barbarossa (o suo nipote lo Stupor Mundi). Sì, vale anche per gli uomini. Woof woof!

sega al cazzo di un frate

Prova a cercare “Aretino” e “sonetti lussuriosi”, dovresti trovare roba interessante. Credo eh, io ovviamente non li ho letti. Sono una signorina per bene e le ragazze non toccano mai il porno.

0ratiche (sic) sado maso con letame

Fetish per la defenestrazione di Praga, o nuova frontiera narrativa con Cinquanta sfumature di merda?

porno mamma e filo crati

“Filo crati”?

è arrivato il bersagliere e le sfonda il sedere

Grande film, ma non bello come Barbarossa: distruggimi l’ano, mio signore!

porno tenger

Lavati il cervello con la varichina.

 

WTF

sumpfwald märtensmühle

Giuro, non ho idea di come questo crucco sia finito sul mio blog. Spero che sia riuscito a trovare la foresta paludosa dei suoi sogni.

uomini deformi cottolengo parte nascosta

Non sapevo che il Cottolengo avesse le cantine piene di mostri come i tizi di Midian in Nightbreed. Si impara sempre qualcosa.

uomini comprabili

Dipende, che budget hai? A volte conviene noleggiare.

foto di persone che stanno al casa di cottolengo foto malformati strani dentro il cottolengo

Ancora tu?

cosa potrebbe spingermi a fare una tesina sul vuoto

Scarse nozioni di Fisica e la poca voglia di lavorare?

come farti amare da una cinese

Spero che tu non ti sia documentato su questo blog. Nel caso, declino ogni responsabilità.

ma e’ vero che hanno rubato dei bambini x colpa di talking angela?

What?!

il parrucca il guerriero il poeta

Sapevo Il cavaliere, la morte e il diavolo, questa dev’esser la versione di Torre del Lago.

cacciatori di fantasmi state cagando in casa mia

Oibò, che maniere! Fagliela raccattare con la lingua!

come trattare i vicini balordi

Sei nel posto giusto, gringo.

idiozia delle secchiate l’umanità è cretina

Non sarò certo io a darti torto.

karma puniscili

Approvo a prescindere.

informazioni di magia mago ho bisogno del mio ex fidanzato indietro ora

Non hai bisogno di un mago, hai bisogno di un grullaio.

antico detto cinese che dice che chi vince una battaglia è forte machi vince se stesso è invincibile

Mai sentito, ma mi sembra una contraddizione in termini.

leif erikson gli è apparso in sogno

Beato lui.

facepalm cosmico

Quanto ne vuoi.

Se sei arrivato a leggere fin qua, chiediti: che stai facendo della tua vita?

Infine, la sola nota di malinconia che mi resta, dopo un anno, è constatare la totale assenza di troll o haters. Mi sento malodiata e trascurata. E dire che c’erano tempi in cui anche io potevo farmi insultare da G.L. d’Andra in persona…

Vorrei au passage ringraziare tutti quelli che mi hanno aiutata e che hanno spammato promosso i miei articoli. Grazie mille! Con sforzo e dedizione chissà, potremmo rendere il mondo un posto più onorevole, un posto in cui i problemi e le difficoltà sono affrontati nel modo giusto: con un martello da guerra in una mano e una spada-pistola nell’altra!

Vi lascio con un’immagine d’ispirazione, e auguro un sabato sera bisbetico a tutti voi!

In onore dell’inverno che è finalmente arrivato, MUSICA!