Samhain si avvicina!
A essere sincera, è una ricorrenza che mi è sempre passata sopra la testa. Dato lo stampo anglosassone e commerciale della faccenda, il mio ruolo di fanciulla di buona famiglia toscana mi impone di guardare la cosa dall’alto, il naso arricciato dallo sdegno e un bicchiere di buon chianti in mano. Roba da americani, cuginetti speciali. Le nostre tradizioni sono più antiche, più nobili, più serie e più intellettuali.
Detto ciò, a chi non piacciono mostri e fantasmi?
Questa festa commerciale e serva del sistema è un’ottima occasione per guardarsi filmacci e nutrire il ragazzino morboso che si annida in ognuno di noi!
Qui tre spassionati consigli.
Lo sottolineo subito: nessuno di questi film fa paura, nemmeno un pochino pochetto. Si tratta di film divertenti che hanno messo un largo sorriso sulla mia faccia (solo per un attimo s’intende: sorridere fa venire le rughe!).
Un minuto di silenzio per Mozart e per i capelli di Mrs. Zombie.
Questo è l’unico film trash della trippletta. E’ una piccola perla!
The Lords of Salem, film del 2013, è la penultima fatica di Rob Zombie. Ring any bells?
Per chi non lo conoscesse, Rob Zombie è la mente malvagia dietro il re-make Halloween e Halloween II. Ora, non dirò che questi due film stuprano analmente Michael Myers, ma di certo lo molestano. Zombie ha anche all’attivo perle come Werewolf women of the SS (Nicolas Cage partecipa nel ruolo di Fu Man Chu, e ho detto tutto).
Per una curiosa combinazione di eventi, esiste anche un buon film di Zombie: The devil’s rejects. Immagino che dopo aver girato quello lì, il nostro metallaro allo sfascio abbia headbangato con troppa foga e si sia dimenticato come si fa ad essere registi. E badate: The Lords of Salem è l’opera in cui gli hanno dato carta bianca! Genio all’opera!
Il film è il terzo della Haunted Production, dopo Paranormal Activity e Insidious. A me i film sono più o meno piaciuti tutti e due. Niente di eccezionale, ma li ho trovati gradevoli. Paranormal Activity non brilla per originalità, ma l’attrice protagonista se la cava e alla fine riesce a trarre il meglio dalle due lire di budget che ha. Insidious ha di pro e dei contro. I due attori principali recitano da cani (il che è bizzarro, perché Patrick Wilson è capace di fare un lavoro decente, quando vuole) e gli ultimi venti minuti sono da facepalm galattico, ma la regia mi era piaciuta per la maggior parte, come anche l’uso di effetti pratici piuttosto che computer grafica.
Quindi, con due film passabili all’attivo, cosa ci riserva la produzione?
Oh, boy…
Ahem… ciò è imbarazzante…
Il film comincia con un Sabba in Salem, durante il quale un mazzo di bagonghe inneggia al Diaulo. Forse Zombie cercava di rievocare l’iconografia rinascimentale in una scena vagamente simile all’inizio del McBeth di Polanski. Nei fatti, sono bagonghe nude intorno a un falò che cercano con tutte le loro forze di essere spaventose, con tanto di strilli, balbettii e smorfie. E noi dovremmo beri la scena con tette flosce, denti marci e tizie che berciano “aaaah, ihihihih, gahgahgah, uuuuuuh” per MINUTI. Sì, boh, le riunioni del Collettivo Studentesco al Liceo erano più spaventose, ma, devo ammettere, molto meno divertenti.
Insomma, un inizio col botto che ti butta in faccia “cattivi brutti coi denti marci”! Wow, che classe, che maestria! A meno che voi non siate Repubblicani Neo-cons o fan di Altieri (autore anche di Fisiognomia dentale, come capire l’indole dal tartaro sugli incisivi), è probabile che la reazione a tale scena sia l’ilarità.
Ed è solo l’inizio!
Il resto del film si svolge oggigiorno, con Heidi, una rastona in disarmo, DJ per il programma radio più fastidioso della Storia. Una sera qualcuno le recapita un vinile di un gruppo sconosciuto, The Lords, con a quanto pare un’unica traccia: una decina di note ripetute ancora e ancora e ancora e ancora. Della serie: se non ti fa paura la prima volta, forse la ventitreesima sì!
Heidi e il suo cumpa ascoltano stammerda senza salvezza e, dopo aver determinato che è nammerda senza salvezza, decidono di trasmetterla il giorno dopo alla radio. Logico.
La musica è magica e da quando viene trasmessa un sacco di strani fenomeni cominciano a capitare alla nostra protagonista, in un crescendo di idiozia culminante con la Maledizione delle Streghe di Salem!
Ovvero: la discendenza del reverendo John Hawthorne partorirà l’Anticristo e le donne di Salem moriranno tutte. O una roba del genere.
Di solito non mi piace quando qualcuno sfrutta un fatto storico (specie uno cupo e crudele come i processi di Salem) e ne fa quel che gli pare senza riguardo. In questo caso nessuna delle “streghe cattive” porta il nome delle vittime di Salem, la vicenda è chiaramente inventata (si parla di roghi, e credo tutti sappiano che a Salem non è stato bruciato nessuno) e l’unico personaggio storico reale che compare è Hathorne. Hathorne era un pazzoide integralista e un assassino, quindi merita di comparire in un questo film di merda.
BWAHAHAHAHAHAHAHAH, oh my…
La sceneggiatura va oltre lo stupido. In una delle prime scene Heidi dice alla proprietaria del condominio che ha visto qualcuno nell’appartamento 5, appartamento che, la proprietaria assicura, è vuoto. Quando Heidi insiste, la tizia decide di andare a vedere “se ti fa sentir meglio”.
Se fa sentir meglio lei?
Cosa, sei te la proprietaria, se qualcuno apre uno squat in uno dei tuoi appartamenti il problema è tuo, mica della rastona quarantenne in fondo al corridoio!
Il tutto è ancora più caricaturale quando vediamo che il concetto della vecchia di “controllare” è andare alla porta, constatare che è chiusa a chiave e andarsene. Wow, Sherlock Holmes in pantofole!
E il tutto è ancora più assurdo quando si scopre che la vecchia sa benissimo cosa succede nell’appartamento 5. Immagino se ne fosse scordata. Dispetti dell’Alzheimer.
In un’altra scena un’Heidi posseduta deve presenziare al concerto dei Lords. Il suo cumpa la va a prendere, la trova ancora più rottame che d’abitudine e a stento capace di mettere un piede avanti all’altro. Dato il noto passato di droga della signora, il tipo decide di chiamare un’ambulanza un familiare il suo capo accompagnarla al concerto. A lavorare, cagna! Perché né lui né il terzo DJ della trasmissione potevano andare al posto di lei, ci mancherebbe!
Zombie pliiiiis…
Heidi è un personaggio che definire dimenticabile è dire poco. E’ la tipica rastona rottame coi tatuaggi e un passato da drogata (originalità a palate). Heidi si veste da Ragazza Trp Kontro (a quarant’anni), ha la casa decorata da roba figa e ascolta metal, e questo ci basti: è tutta la caratterizzazione che ci serve.
Il Metal, già. Rob Zombie ha iniziato realizzando video musicali, e si vede. Si vede e fa male agli occhi.
Rob Zombie pare sinceramente convinto che i capri, i pentacoli e il trucco bianco e nero siano roba controcorrente, scandalosa e inquietante. No, sul serio, Heidi che ancheggia su un muflone impagliato dovrebbe spaventare.Rob Zombie vive chiaramente nel 1901.
Una menzione doverosa al nudo! Metà del film è fatto da tette flosce e cellulite. Attacca su tette flosce e cellulite per poi spostarsi su Heidi che dorme nuda, ovvero tette piatte e ossicini. Il film impiega diversi minuti a mostrarla nuda (ma coi calzettoni), in bagno, sul cesso, e pochi secondi per sviluppare il suo carattere.
Dovrò elaborare dal semplice fatto che dorme nuda coi calzettoni: soffre di geloni, non mangia abbastanza e tiene il riscaldamento di casa sua troppo alto. Che razza di esempio stai dando, Zombie? Perché nessuno pensa ai bambini? (Ovviamente del nudo fotte nasega, è il riscaldamento a mille che disapprovo).
Uno potrebbe quasi pensare che il film sia volontariamente esilarante. Suvvia, un uomo adulto non penserà davvero che gente in maschera che masturba dildo variopinti sia paurosa no?
E invece sì.
In un’intervista il grande Rob mette i puntini sulle i: “To me, horror and comedy never work. Never worked for me, anyway.”
Oddai, adesso dovrei credere che anche The devil’s rejects è tutto serio! Non mi farai sentire in colpa per aver riso, Zombie, è inutile che ci provi!
In un’altra scena delle vecchine commettono un omicidio e poi prendono una tazza di the. La scena dovrebbe essere inquietante e surreale, ma la recitazione delle tre signore e la sceneggiatura mentecatta ne fanno uno spezzone a metà tra l’adorabil-retard e l’ilare.
Sul serio dovrei prendere sul serio battute come “Have you come here to stuck your nose and cock inside her head and fuck her brain?”? Non so se sia un omaggio a Lee, ad ogni modo è la terza battuta più cretina della storia del Cinema dopo “are you all right?” in Audition e “ci conosciamo intimamente?” in Le porte dell’Abisso. Le due vecchie zie di Arsenico e vecchi merletti sono MOLTO più inquietanti, e stiamo parlando di una commedia per famiglie!
Infine, a tratti Zombie cerca di giocare la carta “creepy” à la Insidious. Avete presente questa scena? Non è male, perché l’essere è allo stesso tempo visibile e inquadrato di sfuggita, e non abbiamo idea di chi o cosa sia.
Funziona se usato in modo sottile, col personaggio che non nota qualcosa che lo spettatore ha intravisto.
Sottile? Un film di Rob Zombie? Fanculo, perché non mettere una strega nuda putrefatta in cucina, a fissare la nostra protagonista come uno spaventapasseri lobotomizzato? L’effetto è, ancora una volta, involontariamente esilarante.
Sceneggiatura che va oltre l’idiota | ![]() |
Recitazione che oscilla tra del tutto svogliata e esagerata abbestia | ![]() |
Personaggi del tutto dimenticabili | ![]() |
Mrs. Zombie | ![]() |
La trama è così sottile da essere impalpabile | ![]() |
Gli elementi metal pompati | ![]() |
I nudi e i dildo | ![]() |
What about Boomer?! | ![]() |
Il film è, a parer mio, un “so bad it’s good”.
Insomma, se volete un film così brutto da essere divertente, The Lords of Salem fa al caso vostro! E’ stupido, è esagerato, il copione trascende l’idiozia, la recitazione è a livelli di scuola media e la fine, quando Zombie cerca di essere “provocatorio, satanico e inquietante”, è così assurda e demente da guadagnarsi un posto di merito nell’Iperuranio del cinema trash!
Questo è un cartone animato per famiglie del 2012, uno stop-motion. La casa di produzione è Laika, che potrete ricordare per Coraline.
Vidi Coraline un qualche anno fa, e lo trovai carino. Dopo un film bellino, la Laika non poteva deludere subito al secondo prodotto no?
No, infatti. ParaNorman ha pregi e difetti, ma nell’insieme mi è piaciuto.
Stop-motion, una tecnica che desta la mia più sincera ammirazione
Norman è un ragazzino sensitivo che vive in un paese famoso per aver impiccato una strega alla fine del ‘600. Il centro città è un continuo celebrare questo simpatico avvenimento, con negozi, casinò a tema, una bella statua della strega ecc.
La storia peraltro si ambienta in Massachusetts, un chiaro riferimento al processo di Salem. Cela va sans dire, questo cartone gestisce il richiamo alla strage di Salem molto meglio del filmaccio di Zombie!
Norman vive con una madre affettuosa ma poco presente, un padre pragmatico e brusco, e una sorella più grande arrogante e gradevole come una scheggia sotto l’unghia. Ovviamente nessuno dei tre crede che lui sia davvero sensitivo, e a scuola il bulletto non perde mai occasione di tormentarlo per la stessa ragione.
Fin qui niente di molto originale, il 99% dei film con citti sensitivi comincia così.
Le cose cambiano quando lo zio matto di Norman (sensitivo anche lui) gli spiega che l’anniversario della morte della strega si avvicina, e che per scongiurarne la maledizione è necessario leggere un certo libro sulla sua tomba prima del tramonto. L’infame fattucchiera ha infatti maledetto giudice e accusatori: non troveranno riposo e sorgeranno dalle loro tombe a un suo comando.
Nemmeno questo molto originale. Il problema è che lo zio di Norman è un conclamato ritardato, ed esce di scena prima di aver dato indicazioni più precise. Sicuro come l’alba, qualcosa va storto, e gli zombies sorgono dalla terra e scendono in città durante la peggiore tempesta del secolo.
E qui il film di zombie prende una direzione del tutto nuova.
Come ho detto, il film non ha elementi “cattivi”, ma ne ha di buoni e di così-così.
Ci sono buone idee per i personaggi, la satira prende in giro in modo originale i film classici di zombie in un’inversione di ruoli che non avevo mai visto finora, e ci sono anche diverse frecciate alla società più in generale (come durante la recita della scuola, in cui sono presenti solo i genitori dei marmocchi e nessuno guarda lo spettacolo perché tutti sono troppo impegnati a filmarlo).
Adulti, molto più pericolosi degli zombie
Il secondo atto della storia è fantasioso e creativo. In particolare sono rimasta ammirata dal villain:
La strega era una bambina, uccisa da adulti spaventati che non vogliono ascoltare. Il libro che Norman deve leggere non è un libro di magie, ma una favola. Una favola per far restare la bambina addormentata. Niente favola, niente nanna: la ragazzina si sveglia e scatena la sua vendetta sui suoi carnefici.
Con alti e bassi, questo personaggio riesce a essere tragico, ma anche inquietante (“I don’t want to go to sleep. And you can’t make me”, nice job folks!).
Una scena
Ho anche apprezzato il cinismo con cui sono ritratti i cittadini: che sia per fanatismo religioso o per paura degli zombie, la folla è sempre uguale, una belva pronta a linciarti per preservarsi, che tu sia davvero una minaccia o meno. Anche nel design il messaggio è chiaro: i vivi faranno sempre più paura dei morti.
Brrr…
I comprimari sono caricaturali, ma non piatti. Fanno nell’insieme un lavoro decente.
Le battute sono… incostanti. Certe sono effettivamente divertenti, in particolare quelle di Mitch, il fratello maggiore dell’amico di Norrman (peraltro, la sua battuta finale mi ha sorpresa: credo che Mitch sia il primo e unico esempio del suo genere in un film americano per bambini). Per avere un’idea, qui.
L’humor nero. Quello era delizioso. Ci sono dei passaggi nel cartone che mischiano bene umorismo e un contenuto estremamente truculento. Guardi il cartone e ti rendi conto che questa buffa scenetta di goffaggine ritrae un bambino di undici anni che cerca di strappare un libro dalle mani di un cadavere. Un cadavere col rigor mortis e che comincia a puzzare.
Non è una cosa nuova. Nightmare before Christmas è praticamente basato su questo contrasto, come anche altri cartoni tipo La sposa cadavere, ma è un tipo di commedia che a me piace molto.
La morale in generale mi è piaciuta: nel film nessuno è davvero cattivo, e tutti lo sono un po’. L’idea de “la gente teme quello che non capisce” non è certo nuova, ma dopotutto è una realtà. Persone normali e di buone intenzioni possono commettere le cose più atroci per paura. E il corollario è: il vero problema è non stare a sentire il prossimo.
Il film ha peraltro un ottimo spunto riguardo al rancore, e a come la vendetta sia distruttiva sia per chi la subisce sia per chi la esegue. Per usare il proverbio giapponese: quando maledici qualcuno scavi due fosse (libera traduzione).
Ok, tutto ciò è molto bello, quindi cos’è che non mi è piaciuto?
Difficile da spiegare. Il film gioca con dei temi difficili da maneggiare in un film per bambini (linciaggi e infanticidio, no less!). A tratti l’equilibrio tra il tono di un film per famiglie e la crudezza del soggetto è ottimo, a tratti pare che gli sceneggiatori non abbiano osato andare fino in fondo. La storia della strega ad esempio è gestita molto bene, ma alla fine la risoluzione pare un po’ affrettata.
Anche l’umorismo vola a tratti basso. Per una battuta divertente e una scena satirica, c’è uno scherzo infantile e uno sketch cretino. Sembrano occhiolini ai bimbi poco furbi in sala “eccovi il vostro scherzo sui sederi, alé, ridete”.
Ugualmente il disagio che prova Norman per via del suo potere ha le ali tarpate. Le scene di incomprensione con la sua famiglia sono fatte molto bene, ma poi vediamo Norman chiacchierare con gli spettri come con dei vicini di casa. Il fatto che sia così a suo agio con i morti va contro l’idea che il suo dono gli crei problemi.
Insomma, il film ha diverse buone idee e ottimi momenti, ma sembra realizzato solo per due terzi. Finito di guardarlo, l’impressione è che si potesse fare un po’ meglio.
L’animazione stop-motion è notevole e migliora con la storia | ![]() |
I personaggi sono divertenti | ![]() |
La satira | ![]() |
Il secondo atto | ![]() |
Il tema della storia | ![]() |
L’ultimissimo scambio con la strega è piuttosto cliché | ![]() |
A tratti il film decolla solo a metà | ![]() |
L’humor nero | ![]() |
Nell’insieme lo consiglio: è carino, ha degli spunti molto boni, a tratti un po’ banalotto ma a tratti brillante. E’ per ragazzini, ma apprezzabile anche dai grandi.
Cominciamo col dire che HO ADORATO QUESTO FILM. E’ una delle migliori commedie noir che abbia visto negli ultimi anni.
Si tratta di un film canadese del 2010, diretto dall’americano Eli Craig.
La storia comincia con un gruppo di college kids che parte per un fine settimana nei boschi a bere, fumare e scopare. Lungo la strada vengono superati da un camion con due sinistri omonidi di montagna (hillbillies) che li fissano con inquietante attenzione. Gli stessi hillbillies saranno sinistre presenze all’ultima stazione di gas, dove i ragazzi si fermeranno per rifornirsi.
A coronare il tutto, il luogo che hanno scelto per la loro vacanza è stato teatro, vent’anni prima, di un terribile crimine, in cui un paio di hillbillies assassini hanno attaccato e massacrato un gruppo di innocenti campeggiatori…
Senso di déjà vu?
Come The cabin in the woods, Tucker & Dale VS Evil è una parodia del genere slasher, ma l’approccio è totalmente differente. The cabin in the woods è un film divertentissimo e ben pensato, ma che basa la sua vis comica sul meta-umorismo: funziona solo nell’universo degli slasher (tipo le cagate della serie Wrong Turn et similia). Per maggiori informazioni, questo articolo del Tapiro.
Anche in Tucker & Dale VS Evil buona parte dell’ilarità viene dalla parodia di altri film, ma la trama si regge in piedi da sola. Ovvio, se si ha un po’ di pratica del genere lo si apprezza molto di più, ma non è indispensabile per seguire la storia o godersi l’umorismo macabro.
Ma andiamo con ordine.
Gli hillbillies che incrociano la strada dei nostri college kids sono Tucker e Dale, due amici che hanno comprato uno chalet una baracca sfondata nella stessa zona in cui i ragazzi vogliono campeggiare. A loro insaputa, si tratta della stessa baracca in cui vivevano i due serial killer attivi vent’anni prima.
Dopo uno sgradevole scambio con i ragazzi alla stazione di servizio, i due hillbillies si trovano a pescare nello stesso lago in cui il gruppo sta facendo il bagno. L’unica persona passabile della banda, Allison, cade da uno sperone roccioso, picchiando la testa. Tuck e Dale si precipitano a salvarla, ma sono visti dagli altri, che da bravi cerebrolesi appena usciti da una fraternity tirano la più logica delle conclusioni: Allison è appena stata catturata da due hillbillies perversi affamati di carne umana.
Mentre i due compari portano la ragazza a casa e la soccorrono, il gruppo decide che l’unica tattica ragionevole da attuare è attaccare i due mostruosi cannibali e salvare la loro amica. La situazione precipita alla svelta, per la delizia degli spettatori.
Questo film è curato fin nei dettagli. Ad esempio, la stazione di gas, topos immancabile degli slasher, si chiama Last Chance Gas. Tuck e Dale passano il tempo a tracannare birra della marca Beer. E via di seguito. I riferimenti ai cliché del genere sono tantissimi, ma non zavorrano la trama. Aumentano l’ilarità per chi li nota, per chi non li coglie non cambia nulla.
I personaggi dei due omonidi sono una delle cose migliori del film. Tuck e Dale sono simpaticissimi. Sono due ignoranti dalla parlata sgrammaticata, e gente che apprezza le buone cose della vita, sono disorganizzati e rozzi, e sono cavallereschi e leali, sono semplici ma non stupidi, e nemmeno lontanamente pazzi quanto il capetto della banda dei college kids.
Le interazioni tra i due amici sono ottime e i dialoghi un miscuglio molto ben gestito di ignoranza, bizzarria e buonsenso.
I college kids sono più stereotipati e, a parte il capo, Chad, gli altri sono banali ma ben gestiti.
Allison, l’eroina, è passabile. Non brillante come i due hillbillies, ma sufficiente. Non è molto sveglia, ma non è stupida. E’ piena di buona volontà, ma non molto capace, e alla fine della fiera passa buona parte del tempo incosciente. A tratti è un po’ troppo brava e comprensiva, al che viene da chiedersi cosa ci faccia questo fiore di fanciulla con una manica di mentecatti come i suoi amici.
Un mentecatto
Il gore è molto poco plausibile, ma hey, resta più probabile di quello che combinano in Wrong Turn (1, 2, 3, 4, o 5, scegliete a piacere, fanno cagare tutti quanti, e sì, lo so che ne hanno fatti ancora, e no, non capisco il perché).Qui per lo meno è volontariamente divertente.
Un altro merito del film: prende in giro i suoi stessi cliché, come il fatto che Allison trovi sempre il modo di cadere e farsi male.
La storia | ![]() |
Tucker e Dale | ![]() |
I comprimari | ![]() |
I particolari | ![]() |
La sceneggiatura | ![]() |
Il gore cialtrone | ![]() |
Il twist finale | ![]() |
Certe battute di Allison sono un’anticchia troppo “goody goody” | ![]() |
Questo film è divertentissimo. Guardatelo.
BONUS
Ho citato più in alto Arsenico e vecchi merletti.
Si tratta di un film del ’44, diretto da Frank Capra e basato sulla commedia di Kesserling. Racconta la storia di Mortimer, uno scrittore che sta per partire in luna di miele e prima di andare passa a salutare la famiglia: due vecchie zie, adorabili vecchine che lo hanno allevato, e suo fratello Teddy, un matto convinto di essere Theodore Roosvelt. Mortimer pensa di sbrigarsela in pochi minuti, ma tutto cambia quando, aprendo una cassapanca, trova un cadavere fresco di decesso.
Per avere un’idea, qui una scena.
Arsenico e vecchi merletti è una delle mie commedie preferite. La storia è spassosa, è recitata divinamente e i personaggi sono memorabili. Straconsigliato!
E per finire una canzone in tema: CHAINSAW BUFFET!